L'US Federal Trade Commission (FTC) ha approvato i due progetti di fusione al vertice dell'industria crocieristica mondiale. Via libera dunque al piano di integrazione concordato dalla compagnia crocieristica britannica P&O Princess Cruises, terza società mondiale del comparto, e dalla statunitense Royal Caribbean, che è al secondo posto della graduatoria, sia al tentativo di takeover sulla stessa P&O Princess portato avanti dalla statunintense Carnival Corporation, sinora leader incontrastata del comparto delle crociere.
I progetti avevano già ricevuto il benestare dell'Unione Europea e dell'autorità antitrust britannica. Venerdì scorso tre commissari della FTC hanno votato a favore, due contro. Sheila F. Anthony e Mozelle W. Thompson hanno motivato il loro voto negativo precisando che il mercato crocieristico nordamericano mostra già ora un livello di concentrazioni estremamente elevato ed è presumibile che altre fusioni contribuiscano a facilitare un incremento del potere dell'industria crocieristica a tutto svantaggio dei consumatori, fatto che - secondo Anthony e Thompson - le parti interessate non sono riuscite a smentire in modo convincente.
Venerdì scorso l'agenzia governativa americana, con una decisione che ha stupito molti osservatori, ha quindi aperto la strada ad una delle più rilevanti concentrazioni dello shipping, e in assoluto, del settore crocieristico. La decisione della FTC dà inoltre il via ad una delle più serrate lotte per garantirsi la leadership del settore mai vissute dal mondo dello shipping.
Appresa la notizia diramata dalla Federal Trade Commission, la P&O Princess Cruises - pur ribadendo di ritenere il progetto di merger con la Royal Caribbean più vantaggioso per i suoi azionisti - ha subito riaperto le trattative con la Carnival. «Ora che uno dei principali elementi di preoccupazione, la fattibilità dal punto di vista normativo, è stato rimosso - ha comunicato P&O Princess - il consiglio di amministrazione ha riesaminato l'offerta della Carnival e si è concentrato sulla proposta della Carnival di realizzare una aggregazione DLC (Dual Listed Company, ndr) quale alternativa alla sua offerta di cambio di azioni». In particolare la strada della Dual Listed Company consentirebbe di eliminare un ostacolo presentato dall'offerta di scambio di azioni altrimenti difficilmente valicabile: «molti investitori istituzionali di P&O Princess - ha spiegato la compagnia britannica - non potrebbero o non sarebbero propensi a detenere azioni della statunitense Carnival» e per costoro l'offerta di cambio azionario della Carnival «costituirebbe, in effetti, una forzata vendita in contanti in un momento nel quale il prezzo che vorrebbero ottenere potrebbe non essere adeguato a riflettere il pieno valore delle prospettive future della società».
Il consiglio di amministrazione della P&O Princess non si è però solo limitato ad annunciare la sua intenzione di riesaminare l'offerta della Carnival, ma ha precisato di «ritenere che l'alternativa di Dual Listed Company della Carnival sia più flessibile e più attraente dal punto di vista finanziario rispetto all'integrazione DCL concordata con la Royal Caribbean».
La compagnia crocieristica britannica ha inoltre annunciato che convocherà un'assemblea degli azionisti prima del prossimo 16 novembre, data di scadenza dell'accordo con la Royal Caribbean, e che lavorerà con la Royal Caribbean per far sì che l'accordo «possa essere approvato da un semplice voto di maggioranza, mettendo su uno stesso piano le offerte di fusione della Royal Caribbean e di cambio di azioni della Carnival».
B.B.