Sono ad un punto di stallo le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro dei portuali della West Coast statunitense, che anche ieri si sono concluse con un nulla di fatto. Da dieci giorni i porti americani del Pacifico sono pressochè inattivi e la serrata degli scali causa un danno all'economia statunitense stimato da fonti industriali in circa due miliardi di dollari al giorno.
La mediazione del Federal Mediation and Conciliation Service non ha sinora sbloccato i negoziati e circa 200 navi sono in attesa di poter essere caricate e scaricate nei porti della costa occidentale degli USA. L'unico accordo raggiunto dalla Pacific Maritime Association (PMA), l'associazione degli armatori e terminalisti utenti degli scali della West Coast, e dal sindacato dei portuali International Longshore and Warehouse Union (ILWU) riguarda il ripristino di collegamenti marittimi che consentano l'invio di prodotti essenziali per la salvaguardia delle economie dell'Alaska e delle Hawaii.
Le principali compagnie di navigazione del settore container stanno intanto prendendo in considerazione la possibilità di sospendere i servizi per la costa statunitense del Pacifico, in attesa della riapertura dei porti. Nessun vettore marittimo ha ancora assunto tale decisione che però - assicurano molti rappresentanti delle compagnie - sarà presa nel corso di questa settimana se le trattative sono si sbloccheranno in queste ore.