Le compagnie aeree vogliono rifondare il rapporto che intercorre con gli aeroporti su basi di maggior trasparenza. L'invito viene dall'International Air Transport Association (IATA). Ma più che di un invito si tratta di un chiaro sollecito. Il direttore generale e CEO della IATA, Giovanni Bisignani, è stato categorico: «le compagnie aeree e i loro clienti - ha detto - non possono farsi carico delle inefficienze degli aeroporti». Parlando martedì scorso all'assemblea della Airports Council International (ACI), che conclude i suoi lavori oggi a Tokyo, Bisignani ha sottolineato che «se uno dei partner della partnership perde la camicia mentre l'altro conta i suoi incassi, non si tratta più di una partnership». «Cosa state facendo - ha chiesto il direttore generale della IATA al management degli aeroporti - per darvi più efficienza, per ridurre i vostri costi e le tariffe alle compagnie aeree e allo stesso tempo per migliorare i servizi offerti?».
Bisignani ha ricordato che i vettori aerei, solo per le loro linee internazionali, pagano annualmente oltre 15 miliardi di dollari agli aeroporti e ai fornitori di servizi per il traffico aereo. Questa cifra non diminuisce, ma tende a salire e rappresenta circa il 10% dei costi operativi delle compagnie aeree. Il direttore generale della IATA ha affermato di non ritenere accettabili politiche tariffarie da parte di fornitori che operano principalmente in regime di monopolio. «Ciò di cui le compagnie aeree hanno bisogno - ha precisato - è di un organismo di controllo forte, indipendente e neutrale che verifichi i prezzi proposti agli utenti, non solo in alcune nazioni isolate, ma ovunque».
La IATA ha ricordato che nel 2001 le compagnie aeree hanno perso 18 miliardi di dollari, di cui 12 miliardi relativi ai servizi internationali e 6 miliardi a quelli nazionali. Le previsioni per il 2002 indicano una perdita di 5 miliardi di dollari nei traffici internazionali di linea; nel solo mercato nazionale degli USA è atteso un passivo di almeno 7 miliardi di dollari. Complessivamente quest'anno le perdite ammonteranno a 12 miliardi di dollari.