Nel 2000 è ammontato a quasi 1,2 miliardi di tonnellate il traffico marittimo con l'estero degli Stati Uniti transitato per i porti marittimi nazionali. I dato risulta dal nuovo rapporto "Maritime Trade & Transportation 2002" reso noto martedì scorso dall'U.S. Department of Transportation (DOT). Nell'agosto del 2000 è stato inoltre raggiunto il picco massimo mensile registrato negli ultimi anni, con un totale di quasi 105 milioni di tonnellate di merci importate ed esportate.
Il rapporto - ha detto il segretario del dipartimento dei Trasporti, Norman Y. Mineta - «conferma il ruolo chiave giocato dal sistema dei trasporti marittimi nella nostra economia nazionale. Il sistema del trasporto marittimo è uno dei collegamenti vitali della nazione e rappresenta circa il 90% del tonnellaggio dei nostri scambi internazionali ed una significativa quota di traffici nazionali trasportati su acqua».
Il rapporto evidenzia le significative differenze tra le tipologie di traffico che caratterizzano le varie aree regionali della nazione: gli Stati di California, Oregon e Washington, in considerazione dell'elevato uso dei container negli scambi con l'Asia, sono in testa alla graduatoria dei traffici containerizzati, mentre nelle regioni sudoccidentali e in particolare nel Texas è concentrato il traffico petrolifero anche per il notevole uso di petroliere per i traffici con l'America Latina; il traffico di rinfuse solide è particolarmente consistente nelle regioni sudorientali (Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi, North Carolina, South Carolina, Virginia) a causa dell'elevato volume di questi traffici con l'Asia, l'Europa, il Mediterraneo e l'America Latina; il volume di traffici di rinfuse secche è molto rilevante anche nella regione dei Grandi Laghi.