La Commissione Europea ha pubblicato oggi un elenco delle navi a rischio che - ha precisato testualmente Bruxelles - «sarebbero bandite se le nuove norme europee di sicurezza marittima fossero già entrate in vigore». Una sorta di lista di proscrizione, insomma, che mette all'indice una serie di navi alle quali sarebbe impedito l'ingresso nei porti e nelle acque territoriali europee se fossero già in vigore le nuove normative.
La decisione del governo europeo di rendere pubblico l'elenco, anche se - come ha specificato - solo «a titolo indicativo», è sconcertante. Creerebbe sconcerto oggi, infatti, la pubblicazione di una lista di cittadini che "sarebbero dichiarati fuorilegge se fossero già entrate in vigore, ad esempio, normative che vietano il fumo nelle abitazioni private". Un cittadino, o una nave, non sono più giudicati in base alle leggi in vigore, ma in base a quelle che ancora non sono applicate. In più il cittadino, o la nave e l'operatore marittimo che la usa, sono additati come fuorilegge, anche se - è questo il caso - non sono affatto fuori dalla legge.
Certo - si obietterà - le navi iscritte nell'elenco, che
inforMARE ha deciso di non pubblicare, sono state oggetto di varie detenzioni nei porti europei ed extraeuropei e rappresentano probabilmente tutte, o quasi tutte, un potenziale rischio per la salvaguardia dell'ambiente. Ci sembra però inammissibile che un'autorità metta alla gogna coloro che si sono macchiati di colpe che sinora colpe non sono. La Commissione può sollecitare i governi europei ad applicare più efficacemente le normative già in vigore e può sollecitare le istituzioni ad approvare quelle ancora all'esame degli organismi competenti. Solo quando le nuove leggi saranno state approvate, e solo allora, potrà dichiarare fuorilegge i trasgressori. Questo avviene di solito in uno Stato di diritto.
E così fa la Commissione Europea quando oggi, nell'ambito della stessa "comunicazione
Prestige", propone di vietare definitivamente il trasporto di gasolio pesante nelle petroliere a scafo singolo e chiede agli Stati UE di pronunciarsi su questa nuova misura nel prossimo Consiglio europeo in programma il 12 e 13 dicembre prossimi a Copenaghen.
Bruno Bellio