Dopo il ripetuto blocco avvenuto nei giorni scorsi di treni che trasportavano armi alla base statunitense di Camp Darby, nei pressi di Pisa, le azioni di gruppi di pacifisti e di attivisti di differenti organizzazioni schierate contro l'avvio di un conflitto in Iraq stanno per spostarsi sulle banchine dove approderanno le navi della Marina americana. A Livorno, scalo vicino a Camp Darby, i portuali hanno dichiarato la loro indisponibilità a lavorare per le navi militari USA.
La crescente incertezza sull'evolversi della situazione ha indotto oggi il Comitato Portuale e la Commissione Consultiva dell'Autorità Portuale di Livorno a sottolineare che «anche in un momento di difficoltà così acute e di comprensibili tensioni è necessario garantire i diritti costituzionali, le leggi vigenti e le regole sottoscritte dagli attori sociali».
Richiamando ai loro doveri lavoratori ed imprenditori portuali, i due organi dell'authority portuale hanno precisato che «il lavoro si dovrà svolgere nel rispetto delle norme vigenti e delle regole liberamente sottoscritte senza sostituzioni surrettizie in caso di esercizio del diritto di sciopero, così come non si potranno infrangere le regole che individuano compiti, competenze e libertà individuali degli imprenditori portuali».
«In questa direzione - hanno concluso la Commissione Portuale e la Commissione Consultiva - sono apprezzate le opinioni espresse dai dirigenti sindacali territoriali che marcano una precisa ed inequivocabile distinzione tra le proprie azioni e le forme violente di boicottaggio».