L'industria marittima deve sostenere ingenti costi per il potenziamento delle misure di sicurezza contro gli attentati terroristici. Il rapporto "Security in Maritime Transport: Risk Assessment and Economic Impact" dell'Organization for Economic Co-operation and Development (OECD) quantifica in 1,3 miliardi di dollari il costo iniziale delle misure di sicurezza che dovranno essere messe in atto dall'industria marittima che, successivamente, dovrà sostenere costi operativi relativi alla sicurezza pari a 730 milioni di dollari all'anno. Tali cifre riguardano i soli vettori marittimi e sono escluse le spese che dovranno sostenere i porti per attuare i loro programmi di security.
Nonostante gli importi siano estremamente elevati - sostiene l'OECD - tali spese sono notevolmente inferiori rispetto ai costi potenziali determinati da un significativo attacco terroristico. Infatti, secondo il rapporto, un atto terroristico ben coordinato potrebbe far collassare l'intero sistema del trasporto marittimo, un sistema che è costituito da oltre 46.000 navi e da circa 4.000 porti e che è quindi aperto e flessibile, ma anche vulnerabile.
Una simulazione effettuata dall'OECD con il supporto della società di consulenza Booz Allen Hamilton Inc. ha quantificato in 58 miliardi di dollari i costi che gli Stati Uniti dovrebbero sostenere se un attacco terroristico dovesse determinare la chiusura dei porti o la diminuzione dell'efficienza del sistema del trasporto marittimo causata, ad esempio, dall'intensificazione dei controlli sui carichi.