Le nuove norme del Bioterrorism Act, il regolamento sulla sicurezza alimentare e contro gli attacchi bioterroristici elaborato dalla statunitense Food and Drug Administration (FDA) che entrerà in vigore il prossimo 12 dicembre, rischia di introdurre nuovi ostacoli agli scambi commerciali con gli Stati Uniti.
La nuova normativa è stata illustrata in un incontro con funzionari dell'U.S. Food and Drug Administration e dell'U.S. Customs and Border Protection tenutosi ieri presso la Camera di Commercio di Milano.
Il Bioterrorism Act prevede che le aziende che esportano prodotti alimentari negli USA debbano registrarsi presso la FDA.
Dall'incontro - ha spiegato il vicepresidente dell'Associazione Italiana Consolidatori Marittimi NVOCC, Paolo Federici - è emerso che tutti coloro che hanno a che fare con la produzione o il trasporto di prodotti alimentari debbono registrarsi: dal produttore, all'insaccatore, alla trading company, al magazzino ove la merce può restare in giacenza in attesa di spedizione, al consolidatore, allo spedizioniere, al vettore. Inoltre gli esportatori dovranno anche avvalersi di corrispondenti statunitensi per preavvisare la FDA dell'arrivo delle spedizioni di prodotti alimentari, obbligatoriamente entro otto ore dall'arrivo della nave nel primo porto americano. «Insomma - ha osservato Federici - le imprese di spedizione e i magazzini generali che effettuano la logistica di prodotti alimentari destinati negli USA saranno direttamente coinvolti dalle nuove disposizioni che riguardano più espressamente gli operatori che producono, raffinano, imballano e immagazzinano quegli alimenti. Le imprese che invece si limitano ad organizzare solo il trasporto di prodotti alimentari verso gli USA dovranno comunque assicurarsi che le ditte loro clienti siano in regola con la nuova normativa».
Alcune difficoltà sono legate alla trasmissione dei dati alla FDA. Se tale trasmissione non viene effettuata - ha spiegato Federici - allora la merce può venire bloccata nel primo porto di arrivo negli USA ed il blocco della merce può comportare il blocco dell'intero container (se groupage) o anche dell'intera nave. Il vicepresidente dell'associazione italiana degli operatori NVOCC ha sottolineato che i dati trasmessi alla dogana italiana non saranno automaticamente ritrasmessi alla FDA: «in effetti - ha precisato - nel manifesto trasmesso alla dogana sono elencati circa 20 "elements", mentre in quello da trasmettere alla FDA ne sono elencati quattro o cinque in più: il numero di registrazione con la FDA, una particolare codifica dell'imballo in aggiunta alla voce doganale, il nome dell'agente negli Usa, la "qualifica" di chi effettua la trasmissione. Aggiungere quattro o cinque "campi" al manifesto doganale e chiedere alla dogana USA di farne avere copia alla FDA USA non è, ad oggi, possibile».