Il 15 e 16 dicembre prossimi si svolgeranno le celebrazioni per il centenario della costituzione del Consorzio Autonomo del Porto di Genova (
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3 dicembre 2003). La storia del CAP - ha detto oggi il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giuliano Gallanti - è la storia della città di Genova. Una città che per cento anni si è identificata con il suo porto che - ha ricordato Gallanti - ha avuto un ruolo predominante nell'economia cittadina ed era guidato da un Consorzio Autonomo che «era quasi uno Stato nello Stato, essendo dotato di poteri pubblici eccezionali».
Dopo la riforma del comparto portuale introdotta con la legge n. 84 del 1994 l'Autorità Portuale ha raccolto il testimone del CAP, ma non è stata dotata di poteri neppur lontanamente comparabili con quelli del predecessore. Gallanti ritiene che il legislatore abbia agito correttamente nel delineare il nuovo ruolo della Port Authority e che la riforma del 1994 sia stata giusta. La riforma però - ha aggiunto - «non è completata». All'Autorità Portuale - ha spiegato Gallanti - manca «il carattere di forte autonomia e indipendenza del CAP». La riforma è stata comunque un momento necessario - ha detto il segretario generale dell'ente portuale genovese, Fabio Capocaccia - ed anzi prefigurato dallo stesso Consorzio Autonomo del Porto di Genova, che ne ha anticipato i contenuti.
Gli attuali dirigenti del porto di Genova rimpiangono però i poteri e le iniziative concesse al Consorzio e il dialogo diretto che il CAP aveva con il governo, rapporto che è ora frammentato in numerosi passaggi burocratici che acuiscono la sensazione di impotenza che talvolta si avverte nel gestire alcune fasi dello sviluppo del porto. Impotenza che sembra trasparire dalle parole di Gallanti quando annuncia che con ogni probabilità quest'anno Valencia supererà lo scalo genovese nella graduatoria dei porti containerizzati mondiali, insediandosi al vertice della classifica dei porti del Mediterraneo.
B.B.