La Commissione Europea ha autorizzato oggi l'aiuto per il salvataggio dell'Alitalia che prevede la concessione di un prestito-ponte di 400 milioni di euro. «L'aiuto - ha spiegato l'esecutivo europeo - risulta giustificato per gravi motivi sociali, perché l'avvenire della compagnia minaccia direttamente 22 200 posti di lavoro e altri 8 000 occupati dell'indotto».
L'aiuto - ha precisato Bruxelles - consiste in una garanzia di Stato su prestiti per 400 milioni di euro che saranno concessi al beneficiario al tasso di mercato e che dovranno essere rimborsati entro dodici mesi; inoltre l'importo dell'aiuto si limita a quanto è necessario per consentire la continuità aziendale. Nei sei mesi successivi all'autorizzazione dell'aiuto l'Italia dovrà trasmettere alla Commissione un piano di liquidazione o un piano di ristrutturazione di Alitalia senza ulteriori aiuti pubblici.
La Commissione ha preso atto anche dell'impegno dello Stato italiano di diminuire la sua partecipazione in Alitalia al 49% del capitale della compagnia aerea al più tardi entro dodici mesi; questa clausola - ha sottolineato l'esecutivo europeo - garantisce che, dopo la ristrutturazione, resti esclusa una ricapitalizzazione della compagnia da parte dello Stato.
«La decisione odierna, che autorizza la concessione di un aiuto al salvataggio di un'impresa - ha precisato la Commissione UE - non è in contraddizione con il principio del versamento degli aiuti una tantum, che vale soltanto per gli aiuti alla ristrutturazione. La decisione si colloca nella logica di precedenti decisioni della Commissione Europea, come quella adottata nei riguardi della compagnia belga Sabena; in tale occasione la Commissione aveva autorizzato, nel 2001, un aiuto al salvataggio della compagnia di bandiera belga, dopo aver approvato un precedente aiuto alla sua ristrutturazione. Per quanto riguarda l'eventuale ristrutturazione di Alitalia, le autorità italiane si sono impegnate a fare in modo che non contenga alcun elemento di aiuto di Stato».