Il presidente di European Sea Ports Organisation (ESPO), David Whitehead, ha inviato una lettera alla Commissione Europea nella quale è espressa la preoccupazione dell'associazione, , che rappresenta oltre 800 porti europei, circa la possibile pubblicazione di un nuovo progetto di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali preannunciata recentemente dal vicepresidente dell'esecutivo europeo, Loyola de Palacio, che potrebbe essere resa nota prima del prossimo 1' novembre, data che sancirà il passaggio di consegne ai nuovi componenti della Commissione Europea guidata da José Manuel Barroso.
«La prima proposta di direttiva, che è stata pubblicata dalla Commissione il 13 febbraio 2001 - si legge nella missiva - ha generato molte polemiche nel settore portuale, parzialmente dovute alla mancata consultazione preliminare del settore. È stato solo dopo un processo lungo e difficile di trattative che è stato raggiunto un compromesso che sarebbe stato accettabile per i membri della nostra organizzazione. Tuttavia tale compromesso è stato respinto con voto definitivo dal Parlamento europeo il 22 novembre dello scorso anno. Nonostante noi continuiamo a ritenere che una chiara politica dell'UE per il settore portuale potrebbe dare risultati positivi, siamo convinti che - in questo momento - una nuova proposta di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali sarebbe prematura per un certo numero di motivi».
«Innanzitutto - spiega Whitehead - come accennato in precedenza, la precedente direttiva ha creato notevoli divisioni nel settore portuale e tensioni a livello locale in molti porti. Presentare una nuova proposta a questo punto, senza una ampia ed adeguata consultazione del settore, aggraverebbe solamente queste tensioni, in particolare dato che ci sembra di capire che la Commissione adotterebbe un approccio più dogmatico in merito ad alcuni dei notevoli miglioramenti alla prima proposta di direttiva apportati dal Consiglio e dal Parlamento».
«In secondo luogo - osserva il presidente dell'associazione dei porti europei - da quando è stata pubblicata la prima proposta di direttiva oltre tre anni fa il settore portuale europeo è cambiato. Sono state poste in atto, e continuano ad esserlo, rilevanti riforme delle amministrazioni portuali. Inoltre molti nuovi porti si sono uniti all'Unione Europea dal 1' maggio, portando le loro specificità in termini di amministrazione ed organizzazione. I temi evidenziati dalla prima proposta di direttiva potrebbero quindi non essere così rilevanti o appropriati come potevano essere tre anni fa».
«In terzo luogo - prosegue la lettera - recenti studi hanno ancora una volta dimostrato che i porti europei sono tra i più efficienti del mondo. I "gravi problemi" e la necessità di rendere "più competitivi" i porti europei, che la Commissione cita per giustificare una nuova proposta, sembra quindi manchino di sostanza. A nostro parere non c'è una necessità oggettiva urgente tale da giustificare la rapida introduzione di una nuova proposta legislativa».
Whitehead ha quindi invitato la Commissione Europea a «sospendere l'attuale attività di preparazione di una nuova proposta di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali». L'associazione dei porti europei sollecita invece l'esecutivo europeo «a prendere il tempo necessario per riflettere e per effettuare consultazioni su ciò di cui attualmente i porti europei hanno bisogno in termini di sostegno politico dell'UE».