Non si è fatta attendere la replica del CESA (Community of European Shipyards' Associations) all'affermazione del governo di Seul secondo cui sarebbe favorevole alla Corea del Sud il responso del panel del WTO incaricato di esaminare la disputa sugli aiuti finanziari che - dice l'UE - i cantieri navali sudcoreani avrebbero ricevuto illecitamente negli scorsi anni (
inforMARE del
25 novembre 2004).
«Secondo le norme WTO - ha rilevato oggi il CESA - le parti, ad esempio i governi, sono obbligati a considerare strettamente confidenziali i rapporti provvisori del Panel WTO. Le autorità europee rispettano questi obblighi. Quello che il WTO concluderà con precisione si vedrà quando il rapporto finale sarà pubblicato». «Allora - ha aggiunto l'associazione dei cantieri navali europei - sapremo se i 2,2 miliardi di dollari di rifinanziamento delle garanzie forniti da KEXIM (Korea Ex-Im Bank, ndr) nel solo 1998 e se gli aiuti del governo per 3,8 miliardi di dollari solo per i cantieri navali Halla (ora denominato Samho) e Daewoo possano essere classificati come sovvenzioni nell'ambito delle normative WTO».
«Rimane da vedere - ha aggiunto il CESA - se l'Europa ha fornito sufficienti dimostrazioni che queste sovvenzioni hanno determinato danni ai cantieri navali europei».
«Certamente - ha concluso l'associazione europea - il CESA spera che il WTO dia una risposta a tali questioni, che consenta di far sì che queste distorsioni del mercato non abbiano a ripetersi. Questo obiettivo dovrebbe essere nell'interesse dell'intero mondo marittimo, perché le conseguenze di queste distorsioni sono state gravi. La concorrenza su basi non realistiche ha condotto ad un'irragionevole pressione sui costi e un conseguente insostenibile taglio dei costi delle costruzioni e, secondo quanto affermano gli armatori, ad una minore qualità delle navi».