Il primo ministro australiano John Howard ha annunciato oggi l'introduzione, nel corso del 2005, di una serie di misure per aumentare la sicurezza marittima che, in particolare, avranno l'obiettivo proteggere le installazioni offshore per l'estrazione di petrolio e gas da eventuali attacchi terroristici.
Howard ha detto che il governo ha previsto ulteriori risorse per 10,6 milioni di dollari australiani, che si aggiungeranno agli oltre 187 milioni di dollari australiani stanziati per accrescere la security delle installazioni offshore dal luglio scorso.
«Il governo australiano - ha specificato il premier - intende assumere la diretta responsabilità della prevenzione, dell'interdizione e della reazione al terrorismo in tutte le aree offshore dell'Australia. Questo approccio consentirà agli Stati e al Northern Territory di concentrarsi sulle loro proprie responsabilità in termini di reazione iniziale agli atti terroristici e di piani di security per i porti».
Howard ha precisato che l'Australian Defence Force sarà responsabile della protezione della sicurezza delle infrastrutture offshore e delle attività di interdizione del traffico marittimo. «Attualmente - ha spiegato - le disposizioni relative al coinvolgimento della Defence Forte in attività antiterrorismo nelle aree offshore dell'Australia sono limitate ad una specifica richiesta delle autorità civili. L'Australian Customs Service manterrà la responsabilità della sorveglianza marittima civile e i ruoli di regolamentazione attualmente propri o coordinati dalla Coastwatch Division dell'Australian Customs Service».
Inoltre il primo ministro australiano ha annunciato la costituzione nel prossimo marzo di un Joint Offshore Protection Command, che coordinerà le risorse a disposizione dell'Australian Defence Force e dell'Australian Customs Service. «Il Joint Command - ha spiegato - sarà responsabile dell'implementazione, coordinamento e gestione della sicurezza marittima offshore». Per la costituzione del nuovo comando saranno stanziati ulteriori 5,6 milioni di dollari australiani nell'arco di quattro anni.
Il programma di sicurezza prevede anche l'istituzione di una Maritime Identification Zone che si estenderà fino a 1.000 miglia nautiche dalle coste australiane. Le navi che entreranno in quest'area di mare dirette verso i porti australiani dovranno fornire una serie di informazioni relative alla nave, all'equipaggio, al carico e alla rotta scelta per arrivare in porto. Obiettivo dell'iniziativa - ha detto Howard - è di identificare tutte le navi entro le 200 miglia nautiche dalle coste, con esclusione delle unità da diporto. La Maritime Identification Zone sarà sotto la giurisdizione del Joint Offshore Protection Command che, per questo compito, avrà ulteriori risorse pari a quattro milioni di dollari australiani per ogni quadriennio.
Saranno inoltre incrementate le attività di pattugliamento nei campi petroliferi e nei giacimenti a gas nel Mar di Timor e nel North West Shelf, che saranno condotte con unità navali dell'Australian Defence Force e dell'Australian Customs Service. Ricordando che alcune delle infrastrutture offshore del Mar di Timor ricadono sotto la giurisdizione congiunta dell'Australia con l'Indonesia o con Timor Est, John Howard ha detto che annuncerà a queste nazioni l'intenzione dell'Australia di operare congiuntamente anche per l'introduzione di misure per contrastare il terrorismo.