Greenpeace e Basel Action Network (BAN) hanno duramente criticato l'esito del meeting sulle demolizioni navali che ha riunito dal 15 al 17 febbraio scorsi a Londra i rappresentanti dell'International Maritime Organisation (IMO), di Basel Convention e dell'International Labour Organisation (ILO). La riunione - secondo le due organizzazioni ambientaliste - «è stata totalmente preda degli interessi dell'industria dello shipping, che ha ostacolato qualsiasi tentativo di bloccare le esportazioni in Asia di navi cariche di sostanze tossiche che mettono a rischio la salute dei lavoratori e l'ambiente».
Le due organizzazioni ambientaliste ritengono che si siano perse alcune opportunità, tra cui «il riconoscimento delle normative internazionali vigenti e l'esito delle azioni legali che hanno vietato l'esportazione di navi tossiche», che dal meeting non siano scaturite azioni che «conducano alla realizzazione di programmi per avere un numero maggiore di navi demolite o bonificate nelle nazioni avanzate, ad esempio in Europa o in Nord America», che non si sia stati capaci di «indicare agli investitori possibili opportunità per sviluppare strutture per la demolizione delle navi ambientalmente compatibili», che ci sia stato il rifiuto di «raccomandare l'istituzione di un fondo per la demolizione» e di «discutere dell'aspetto dei diritti umani».
«Il meeting - ha detto Kevin Stairs di Greenpeace International - potrebbe essere definito una vittoria "dell'inquiniamo come sempre" ed una sorta di momentanea soddisfazione per un'industria marittima che non desidera cambiare strada e per quelle nazioni che sostengono questa irresponsabile industria, in particolare Norvegia, Giappone e Grecia».