La competitività delle compagnie aeree europee - secondo l'International Air Transport Association (IATA) - è frenata dai costi imposti all'industria aerea dalla Commissione Europea. In un incontro odierno all'European Aviation Club di Bruxelles, il direttore generale e amministratore delegato della IATA, Giovanni Bisignani, ha posto quella che ha definito «la questione dei 5,9 miliardi di euro»: «non si tratta del passivo del settore dello scorso anno - ha spiegato - non é stato così elevato. È il costo che ogni anno la Commissione Europea impone all'aviazione». «Seicento milioni di euro - ha precisato - per le nuove norme sugli indennizzi per il mancato imbarco, le cancellazioni e i ritardi; 1,9 miliardi di euro per non essersi presa carico delle assicurazioni per rischio di guerra e dei problemi della sicurezza; 3,4 miliardi di euro per le infrastrutture e le normative inefficienti»
«Pertanto - ha aggiunto - i costi per 5,9 miliardi di euro sono l'eredità di trascuratezza lasciata dalla precedente Commissione. Questo è un chiaro limite alla competitività delle compagnie aeree europee. L'efficienza delle aviolinee ha superato alcuni di questi ostacoli, ma abbiamo bisogno di un intervento urgente per tornare ad un campo di gioco equilibrato. Altrimenti l'industria aerea europea sarà danneggiata, non dalla concorrenza che è molto forte, ma da sistemi europei inefficienti».
Bisignani ha detto di aver avuto recentemente un incontro «aperto e costruttivo» con il nuovo commissario europeo ai Trasporti, Jacques Barrot. «Spero - ha osservato - che con la sua leadership riguadagneremo un po' del terreno perso».
Bisignani ha ricordato che le compagnie aeree generano complessivamente un trilione di euro di attività economiche. «In Europa - ha sottolineato - 4,3 milioni di posti di lavoro sono sostenuti dalle 330 compagnie aeree che operano in 488 aeroporti commerciali trasportando oltre 400 milioni di passeggeri nello scorso anno».