Greenpeace ha chiesto oggi al governo dello Stato indiano di Andhra Pradesh di abbandonare il progetto per la realizzazione di un cantiere di demolizione navale a Kakinada. Se sarà costruito - sostiene l'associazione ambientalista - il nuovo stabilimento devasterà la vita dei pescatori locali, inquinerà spiagge immacolate e distruggerà la foresta di mangrovie di Coringa.
La proposta di insediamento del cantiere di demolizione navale - ha sottolineato Greenpeace - «giunge sulla scia della decisione dell'International Maritime Organization (IMO) di bandire tutte le petroliere a scafo singolo dal 5 aprile 2005 (
inforMARE del
4 aprile 2005, ndr), che dovrebbe aumentare notevolmente il numero di navi dirette ai cantieri di demolizione navale in Asia. I membri della comunità della demolizione navale di Gujarat, priva di scrupoli, cercano nuove aree per avviare le loro attività visto che trovano difficile adeguarsi alle più recenti linee guida introdotte ad Alang per proteggere l'ambiente e garantire la sicurezza dei loro lavoratori»
«Il governo di Andhra Pradesh - ha osservato il rappresentante di Greenpeace India per le campagne sui rifiuti tossici, Ramapati Kumar - ha già dimostrato di non essere in grado di porre sotto controllo l'inquinamento e l'impatto della mancata regolamentazione dell'industria chimica del distretto di Medak. Inoltre ad Alang c'è la prova incontestabile dell'enorme impatto dei prodotti chimici tossici che sono scaricati da un cantiere di demolizione navale. Con l'apertura di un nuovo cantiere di demolizione navale a Kakinada il governo non farà altro che provocare una nuova crisi chimica ad Andhra Pradesh ed esporre 200.000 persone e l'ambiente a prodotti chimici tossici letali».