Nei giorni scorsi la britannica Marine Accident Investigation Branch (MAIB) ha reso noto il proprio rapporto annuale sul 2004 che contiene dati statistici sui 1.500 incidenti marittimi occorsi nell'anno. Il rapporto si rifà anche allo studio condotto da MAIB lo scorso anno per il quale sono stati presi esame circa 1.600 incidenti occorsi a navi negli ultimi dieci anni, di cui 66 esaminati in dettaglio. I risultati indicano che l'elevato numero di ore di lavoro e il relativo affaticamento sono la causa principale di collisioni e arenamenti. Fattori che - ha osservato MAIB - si riscontrano frequentemente soprattutto sulle rinfusiere impiegate in traffici di short sea.
Particolarmente preoccupante è la carenza di personale su alcune navi mercantili. «Con soli due marittimi di guardia, anche se non fanno altro che turni di guardia sul pone - ha detto Stephen Meyer, capo ispettore della divisione Incidenti marittimi del MAIB - il lavoro è di 84 ore alla settimana. Ma, per occuparsi dei documenti, del carico, della manutenzione, dell'entrata e dell'uscita dai porti, delle ispezioni, dello sbarco e dell'imbarco delle merci, della pianificazione delle traversate e di altre cose, le loro ore di lavoro effettive sono molte di più. È un anacronismo che nel ventunesimo secolo i marittimi falsifichino i loro orari di lavoro per dimostrare che lavorano 'solo' 98 ore alla settimana».