I porti nordeuropei stanno effettuando ingenti investimenti per potenziare le proprie infrastrutture con l'obiettivo di evitare le congestione degli scali. Obiettivo possibile secondo i risultati di una ricerca della Drewry Shipping Consultants commissionata dal gruppo armatoriale Neptune Orient Lines (NOL).
Partecipando oggi alla TOC Europe Conference, in svolgimento ad Anversa, il presidente per l'Europa della NOL, David Appleton, ha presentato i risultati dello studio, che evidenzia come i programmi in atto per lo sviluppo di 12 terminal per container nordeuropei prevedano investimenti per la sola progettazione pari 540 milioni di euro (inclusi i costi per le procedure di autorizzazione, i costi legali, ecc.). Il ritardo o la cancellazione di alcuni programmi non ha però consentito lo sviluppo di alcuni impianti portuali che già quest'anno avrebbero garantito una capacità di movimentazione aggiuntiva pari ad 11 milioni di teu. «Ciò - ha commentato Appleton - ha un impatto diretto sulla congestione. Attualmente rileviamo tassi di utilizzo dei terminal fino al 99% ed una media complessiva dell'87%. Se i progetti fossero andati avanti come previsto, ora avremo un tasso di utilizzo del 68% circa e quei porti che stanno operando ad un tasso del 95% o superiore sarebbero in una situazione molto più gestibile». «Se avessimo avuto procedure di pianificazione più efficienti - ha osservato - molti dei costi determinati dalla congestione sarebbero diminuiti o sarebbero stati eliminati».
Secondo il manager della NOL, le procedure di pianificazione dovrebbero essere portate avanti da tutti i soggetti interessati, quindi anche dalle comunità locali oltre che dagli operatori marittimi e portuali. «Non possiamo attenderci semplicemente - ha spiegato - che la comunità portuale possa portare questo fardello da sola. Dobbiamo spiegare a tutti i soggetti coinvolti che ciò che cerchiamo è ragionevole e dobbiamo dimostrare che questi progetti sono ben ideati e vitali per la crescita economica della regione in Europa e a livello internazionale».
Appleton ha sottolineato come i 540 milioni di euro di costi di progettazione per lo sviluppo di infrastrutture portuali siano una cifra sufficiente per coprire i costi di costruzione di un intero terminal della capacità di movimentazione annua di circa 1,5 milioni di teu.
Appleton ha ricordato come le stime prevedano per il 2010 un incremento del 50% della domanda di capacità di movimentazione ai terminal nordeuropei, che salirà a 45 milioni di teu contro i 30 milioni di teu del 2004. Lo studio della Drewry rileva come i progetti di sviluppo dei terminal nordeuropei già approvati consentiranno - se non ci saranno ritardi - di raggiungere una capacità di movimentazione complessiva di 55 milioni di teu entro il 2010, che rappresenterà un tasso di utilizzo dei terminal dell'83%, inferiore al tasso (85%) calcolato da Drewry quale necessario per scongiurare la congestione dei terminal durante i picchi di traffico stagionali.