Questa settimana l'associazione dei porti europei ha proposto ai membri del Parlamento europeo una modifica più radicale del nuovo progetto di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali. Pur ammettendo che la proposta presentata al Parlamento UE dal relatore Georg Jarzembowski contiene «diversi importanti modifiche rispetto alla proposta della Commissione», l'European Sea Ports Organisation (ESPO) ritiene che «la nuova proposta di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali includa misure che potrebbero avere un effetto di vasta portata sulla gestione e sull'attività dei porti europei». Secondo ESPO, «la Commissione Europea non ha dimostrato o giustificato perché tale interventismo e queste misure potenzialmente negative siano necessarie per un settore che sta operando bene ed è competitivo a livello internazionale».
«I principi di libera prestazione dei servizi - ha dichiarato ieri il segretario generale di ESPO, Patrick Verhoeven - sono garantiti in sé dal Trattato UE. Secondo ESPO, il principale obiettivo di una direttiva sui servizi portuali dovrebbe essere quello di stabilire regole comuni nel caso tali principi debbano essere soggetti a limitazioni necessarie per rendere efficace la gestione e l'operatività dei porti, per rispondere ai requisiti di pubblico servizio o ad altre esigenze dettate dall'interesse generale. Inoltre riteniamo che la direttiva debba promuovere condizioni di concorrenza eque e trasparenti sia all'interno che tra i porti».
Verhoeven ha quindi presentato una serie di «emendamenti più radicali» che ESPO ha sottoposto questa settimana agli europarlamentari. Innanzitutto la direttiva dovrebbe «enfatizzare il ruolo chiave dell'ente di gestione del porto, il solo soggetto con conoscenze e competenze tali da poter gestire un porto». Quindi «non dovrebbe imporre le modalità con le quali un fornitore di servizi può accedere al mercato (ad esempio con autorizzazioni o contratti), ma chiarire le condizioni che possono essere applicate». La direttiva dovrebbe «imporre procedure pubbliche di selezione solo nel caso di intromissioni pubbliche nel mercato, ad esempio nel caso siano presenti aiuti di Stato o requisiti di servizio pubblico». Inoltre dovrebbe «fare un collegamento diretto con le linee guida comuni sugli aiuti di Stato per i porti, che dovrebbero essere pubblicate prima che la direttiva possa essere trasposta nella normativa nazionale» e «tenere conto che il relativo mercato non è il medesimo per tutte le tipologie di servizi portuali». Infine la direttiva «non dovrebbe compromettere inutilmente le disposizioni esistenti, non dovrebbe interferire con i diritti di proprietà» e dovrebbe «permettere che del self-handling ci si occupi a livello nazionale o locale».
«Gli emendamenti di ESPO - ha osservato Verhoeven - trasformerebbero la direttiva in un quadro comune equo, chiaro e utile, che potrebbe essere adattato alla situazione di ogni singolo porto e che non interferirebbe inutilmente con l'efficiente gestione e funzionamento dei porti europei».
ESPO ha ricordato che i parlamentari europei avranno tempo fino al prossimo 19 settembre per presentare emendamenti alla direttiva, che saranno discussi alla commissione Trasporti del Parlamento nel corso della riunione del 10 e 11 ottobre prossimi e, probabilmente, votati nel corso della riunione del 21 e 22 novembre prossimi. La votazione in seduta plenaria, che concluderà la prima lettura in Parlamento, avverrà nel corso della settimana che inizierà il 12 dicembre.