Oggi la Commissione Europea ha inviato un parere motivato a Belgio, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo e Slovenia per il mancato rispetto della normativa comunitaria (direttiva 2000/59/CE del 27 novembre 2000) tesa a migliorare la disponibilità e l'utilizzo di impianti portuali di raccolta dei rifiuti e dei residui del carico delle navi. Si tratta dell'ultimo passo prima del deferimento formale alla Corte di Giustizia.
La direttiva del 2000, che intende ridurre gli scarichi in mare dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico provenienti dalle navi che utilizzano i porti comunitari - ha ricordato Bruxelles - prevede la disponibilità e l'uso di impianti portuali progettati per raccogliere e trattare i rifiuti e i residui, migliorando così la tutela dell'ambiente marino. La direttiva, fra l'altro, impone agli Stati membri l'obbligo di elaborare, approvare e applicare piani di raccolta e gestione dei rifiuti per tutti i loro porti, compresi i porti per pescherecci e imbarcazioni da diporto. I piani - ha sottolineato la Commissione - sono un elemento chiave per garantire che gli impianti portuali di raccolta rispondano alle esigenze delle navi che utilizzano normalmente i porti, che il loro impiego non causi ritardi ingiustificati alle navi e che siano applicate tariffe eque, trasparenti e non discriminatorie. Gli Stati comunitari avrebbero dovuto introdurre i piani di raccolta e gestione dei rifiuti per tutti i loro porti entro il 27 dicembre 2002.