
Il rallentamento dell'economia mondiale, determinato in parte dall'impennata dei prezzi del petrolio, ha causato nel 2005 una diminuzione degli scambi commerciali. Lo rileva l'analisi annuale "International Trade Statistics" della World Trade Organization (WTO) sull'andamento dei commerci nel 2004 e sulle prospettive per il 2005.
Le previsioni indicano per le esportazioni mondiali una crescita del 6,5% nel 2005, contro il +9% registrato lo scorso anno (+5% nel 2003).
«Nonostante la crescita degli scambi sia rimasta soddisfacente nel 2005 - ha commentato il direttore generale della WTO, Pascal Lamy - il trend di decelerazione è fonte di qualche preoccupazione». «Per porci sulla giusta strada - ha aggiunto - dobbiamo creare maggiori opportunità per gli scambi, in particolare nelle nazioni in via di sviluppo, e abbiamo bisogno di adeguare le normative internazionali sul commercio per incontrare al meglio la domanda degli imprenditori del ventunesimo secolo. Il modo di attuare tutto ciò è attraverso la positiva conclusione dell'agenda negoziale di Doha sulle trattative relative al commercio internazionale».
In merito all'andamento dei commerci mondiali nei primi sei mesi di quest'anno, l'analisi della WTO rileva come «il declino ciclico dell'attività economica nell'area OCSE, che è iniziato nella prima metà del 2004, si sia arrestato nei primi sei mesi del 2005». «Si ritiene - osserva la WTO - che il cambiamento da un anno all'altro della crescita del prodotto interno lordo delle nazioni dell'OCSE sia stato limitato al 2,6% nella prima metà del 2005, notevolmente inferiore del 3,5% di crescita nell'intero anno 2004». «Segnali di miglioramento nella situazione economica - prosegue il documento - possono essere trovati nell'economia giapponese che, dopo un ristagno nella maggior parte del 2004, ha sperimentato una ripresa della crescita della domanda nazionale nei primi sei mesi del 2005. In Europa, e in particolare nell'area dell'euro, la crescita del prodotto interno lordo è restata debole. Nonostante alcune decelerazioni, l'attività economica negli Stati Uniti è rimasta ben più forte che in Europa o in Giappone. Un rilevante sviluppo nell'economia statunitense è rappresentato dal fatto che nella prima metà del 2005 le esportazioni di merci e servizi - misurate a prezzi costanti e sulla base delle variazioni stagionali - siano cresciute alquanto più rapidamente rispetto alle importazioni».
«Tra le nazioni in via di sviluppo - si legge nel rapporto - un rallentamento rispetto agli elevati tassi di crescita dello scorso anno può essere riscontrato in un consistente numero di economie dell'Asia orientale così come in Sud America. La Cina è un'eccezione rilevante, visto che la crescita del 9,5% nel primo semestre del 2005 uguaglia quella del 2004. Nonostante il continuo rafforzamento della sua attività economica, la reale crescita delle importazioni della Cina è diminuita rapidamente, mentre la crescita del suo export si è mantenuta».
«È stato stimato - prosegue il documento - che il valore in dollari delle esportazioni mondiali sia cresciuto del 14% nel primo semestre del 2005. Si tratta di una crescita notevolmente inferiore rispetto a quella del 2004, quando il valore delle esportazioni mondiali era aumentato del 21%. Il rallentamento degli scambi è stato particolarmente pronunciato in Asia e in Europa. Le importazioni del Nord America sono aumentate in termini nominali in misura pressoché analoga a quella degli scambi mondiali e in misura ancora più rilevante rispetto al suo export. Tenuto conto della variazione di prezzi e cambi valutari, gli scambi delle principali economie industriali sono ristagnati nel primo trimestre del 2005, ma sono ripresi nel secondo trimestre. È improbabile che lo slancio della ripresa del secondo trimestre possa durare anche nel secondo semestre dell'anno, date le scarse prospettive di crescita a breve termine per l'Europa e l'incertezza legata ai prezzi più elevati e volatili del petrolio. La crescita della domanda di importazioni proveniente dalle regioni esportatrici di petrolio non sarà sufficiente a compensare la scarsa crescita delle importazioni negli Stati Uniti, in Europa e in Asia orientale. Si prevede che il volume degli scambi commerciali mondiali crescerà del 6,5% nel 2005 e - se l'economia mondiale si riprenderà lievemente nel 2006, come è generalmente previsto - la crescita degli scambi mondiali dovrebbe accelerare nuovamente intorno al 7,0% nel 2006».