Le proteste dei portuali europei contro la presentazione del progetto di direttiva sui servizi portuali, all'esame del Parlamento europeo che lo voterà domani, sono sfociate ieri in atti di violenza. Le forze dell'ordine, per respingere l'assalto dei manifestanti alla sede del Parlamento UE a Strasburgo, nel corso del quale sono stati infranti alcuni vetri dell'edificio, hanno utilizzato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Gli scontri hanno provocato il ferimento di alcuni agenti di polizia.
La protesta è stata accompagnata da scioperi in molti porti europei.
Il Parlamento europeo si appresta intanto a rigettare la proposta di legge. Stamani il vicepresidente della Commissione Europea, Jacques Barrot, responsabile del settore trasporti, ha sottolineato come «la Commissione abbia apportato i cambiamenti ritenuti necessari rispetto all'originaria versione della direttiva», e il relatore della proposta di legge, Georg Jarzembowski, ha dichiarato di «ritenere incomprensibile perché quattro gruppi intendano rimandarla all'esame della commissione». Jarzembowski ha detto che, se la proposta verrà rigettata, «non ci sarà alcuna normativa europea, cosa che determinerebbe incertezze sia per la pianificazione che sul piano giuridico». «Voglio dire ai miei colleghi - ha aggiunto - cercate di non preoccuparvi troppo per gli scioperi di ieri. Non dovremmo permettere che le azioni di alcuni ci influenzino».
Oggi, nel corso del dibattito al Parlamento, il britannico Stephen Hughes, membro del gruppo socialista, parlando a nome della commissione Occupazione e affari sociali, ha sottolineato che gli atti di violenza di ieri sono inaccettabili, ma che il Parlamento dovrebbe comprendere la frustrazione dei portuali. «Il self-handling - ha spiegato - è assurdo. Provocherebbe un incubo dal punto di vista del benessere e della sicurezza. È assurda l'apertura dei servizi di pilotaggio alle procedure di gara al ribasso. Nella mia regione di Teesside, con le sue grandi industrie chimiche, esporrebbe l'intera popolazione ad un pericolo. La Commissione dovrebbe rivedere completamente la sua proposta prima di portarla avanti».
Marianne Thyssen, del Partito Popolare Europeo - ricordando che il Parlamento europeo ha bocciato la prima proposta di direttiva sui servizi portuali - ha rilevato come «la Commissione ci abbia mandato un nuovo container con alcune merci in più, ma il carico è sempre lo stesso. La proposta della Commissione ignora la voce del Parlamento. Ritiene il nostro contributo superfluo. Il self-handling non è il solo problema. Il nostro gruppo è pronto alla sua bocciatura».
Condannando le azioni violente verificatesi ieri a Strasburgo, il tedesco Willi Piecyk, parlando a nome del gruppo socialista, ha annunciato che voterà contro la proposta di direttiva della Commissione Europea. La proposta - ha spiegato - «non prende in considerazione la realtà dei porti dell'Unione Europea, che sono entità economiche che funzionano. Vogliamo esportare la competitività che già esiste nella maggior parte dei porti. Questa direttiva porterebbe più burocrazia e porrebbe a rischio vite e modi di vita. Perché compromettere gli standard di sicurezza? C'è già una concorrenza spietata in gran parte dei porti». Piecyk ha sottolineato che non si devono rimpiazzare gli standard di lavoro europei con quelli asiatici.
La danese Anne Jensen, del gruppo liberale, ha detto di essere a favore dell'adozione di una direttiva sui servizi portuali, ma di non essere a favore dell'attuale proposta di legge, ed ha reso noto che il suo gruppo è diviso e che comunque molti europarlamentari voteranno contro l'attuale proposta.
L'olandese Joost Lagendijk, del gruppo Verdi/Alleanza Libera Europea, ha sollecitato il Parlamento a rigettare la proposta di direttiva, così come il connazionale Erik Meijer, del gruppo confederale della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica, il francese Patrick Louis, del gruppo Indipendenza/Democrazia, e il lettone Roberts Zile, del gruppo Unione per l'Europa delle Nazioni.
Contro la proposta di legge si sono dichiarati anche l'indipendente britannico Ashley Mote, i connazionali Jeffrey Titford del gruppo Indipendenza/Democrazia, Philip Bradbourn del Partito Popolare Europeo, Sajjad Haider Karim del gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa, e Richard Howitt del gruppo socialista.