«La liberalizzazione dei servizi portuali è un passo essenziale per avanzare ulteriormente la posizione del trasporto marittimo nell'ambito della supply chain e in particolare per la promozione dello short sea shipping». Lo ha sottolineato questo pomeriggio l'European Community Shipowners' Associations (ECSA) commentando la nuova bocciatura della proposta di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali decisa oggi dal Parlamento europeo (
inforMARE del
18 gennaio 2006).
«La liberalizzazione attraverso l'accesso al mercato - ha osservato l'associazione degli armatori europei - incrementerà l'efficienza e contribuirà a rendere l'economia dell'Unione Europea più competitiva come concordato nella dichiarazione di Lisbona e riconfermato dalle istituzioni dell'UE. L'ECSA non riesce a comprendere perché un seguito alla dichiarazione di Lisbona non debba essere dato ai servizi portuali, che sono un elemento chiave della supply chain per i commerci europei».
Secondo ECSA, «il ritiro della proposta della Commissione Europea non dovrebbe significare che la questione della crescita dell'efficienza dei servizi portuali e dell'applicazione della liberalizzazione a questo importante settore sia chiusa. Al contrario, il settore portuale è troppo importante per lasciare le cose così come stanno. Così come per qualsiasi altro settore dell'industria, la Commissione Europea - come guardiano del Trattato - dovrebbe applicare i principi base del Trattato ai servizi portuali».
ECSA ha espresso disappunto per il fatto che, «nel corso del dibattito, questa importante proposta sia stata portata ad una posizione che ne rendeva auspicabile il ritiro». In effetti - secondo l'associazione - «gli elementi di liberalizzazione che avrebbero dovuto costituire la base di una direttiva sono stati notevolmente indeboliti facendo della direttiva un guscio vuoto».