Sabato scorso l'International Council of Cruise Lines (ICCL), in vista di un'audizione presso la commissione per la Sicurezza nazionale del Congresso americano che si terrà domani a Washington, ha reso noto un rapporto sui crimini commessi a bordo delle navi da crociera. Secondo i dati forniti da 15 compagnie crocieristiche che aderiscono all'ICCL, sono stati 206 gli episodi criminosi denunciati da passeggeri e membri degli equipaggi nel triennio 2003-2005, periodo nel quale le compagnie hanno trasportato oltre 31 milioni di persone. Dei 206 episodi 178 erano relativi ad aggressioni a sfondo sessuale, quattro a furti e 24 erano denunce di persone scomparse.
ICCL ha sottolineato il limitatissimo numero di crimini commessi a bordo delle navi da crociera. «Per quanto nessun posto, a terra o in mare, sia di fatto totalmente esente da rischi, il numero degli incidenti relativi a crimini rilevanti registrati dalle compagnie crocieristiche è estremamente basso, qualsiasi sia il riferimento o lo standard utilizzati», ha detto il professor James Fox, criminologo scelto dall'ICCL quale esperto indipendente incaricato di presentare i dati del rapporto al Congresso.
«Le crociere - ha commentato il presidente di ICCL, Michael Crye - sono una delle vacanze più sicure disponibili, con un notevole stato di servizio che dimostra l'impegno del settore nei confronti della sicurezza».
All'audizione parteciperà anche l'International Cruise Victims (ICV), organizzazione costituita alla fine dello scorso anno con lo scopo di offrire assistenza ai crocieristi vittime di crimini commessi a bordo delle navi. «Da quando abbiamo creato l'organizzazione nel dicembre 2005 - ha detto il presidente di ICV, Ken Carver - ci sono giunte molte storie orribili da vittime di tutto il mondo, distanti come l'Australia e l'Inghilterra. Tutto ciò avviene con molto ritardo e rappresenta solo l'inizio di un processo per dare all'industria crocieristica gli stessi standard di sicurezza e di eticità delle altre società statunitensi».