. L'investimento sarà affrontato in parte con il reperimento di prestiti e con l'emissione di bond per un totale di 2,3 miliardi di dollari e in parte con l'aumento progressivo dei pedaggi per il transito nella via d'acqua centroamericana (nel 2005 sono ammontati a 1,2 miliardi di dollari). Lo ha detto lunedì scorso il presidente di Panama, Martín Torrijos, nel corso di un messaggio televisivo per sollecitare i cittadini panamensi ad approvare il progetto, che ha ottenuto il via libera dell'Autoridad del Canal de Panamá (ACP) e che sarà oggetto di un referendum popolare in programma entro quest'anno.
«Questo progetto - ha detto Torrijos - non è mio, né del governo; non è un progetto di alcun partito politico, né di alcun gruppo economico. Non è neppure dell'ACP. È un progetto nazionale». «Questa - ha sottolineato - è la prima volta che non ci sono forze esterne né altri interessi che si antepongono ai nostri». Attualmente - ha aggiunto - «i nostri interessi non vanno in senso contrario rispetto a quelli del commercio internazionale. Al contrario sono complementari».
Torrijos ha evidenziato le opportunità offerte dall'ampliamento del canale in un momento nel quale il commercio internazionale sta vivendo una fase di crescita straordinaria. Se non sia affronta la sfida di ampliare il canale - ha osservato - ci saranno inevitabilmente altre rotte che competeranno con Panama.
Il progetto prevede che i lavori, se avviati nel 2007, possano essere portati a termine nel 2014, ad un secolo dall'inaugurazione del canale.