
L'inarrestabile aumento del prezzo del petrolio sta mettendo in ginocchio il settore dell'autotrasporto. Lo ha sottolineato oggi il presidente nazionale della CNA FITA, Franco Coppelli, spiegando che un pieno di 600 litri costa oggi ad un autotrasportatore 208 euro in più rispetto al 1' gennaio 2004 e ben 54 euro in più rispetto al 1' gennaio 2006. È questa la conseguenza, drammaticamente tangibile per il settore - ha rilevato Coppelli - di un aumento record nel costo del gasolio, balzato in avanti di oltre l'8% in soli sei mesi producendo un costo aggiuntivo dal 1' gennaio a oggi di circa 400 milioni di euro in più che l'autotrasporto ha dovuto pagare per la produzione dei servizi.
«Le imprese di autotrasporto - ha detto Coppelli - non riescono, per la loro cronica debolezza contrattuale e, per le distorsioni che si sono perpetrate negli anni sul mercato a far ricadere sui compensi del servizio di trasporto il maggior costo del gasolio». «Le attività dei vari tavoli di confronto e di monitoraggio posti in essere dal precedente governo - ha aggiunto - non hanno risolto alcun tipo di problema; è quindi oggi indispensabile un intervento immediato del governo attuando una riduzione generalizzata delle accise sui carburanti, sterilizzando i maggiori introiti dell'I.V.A., avviando immediatamente le verifiche per introdurre la variabilità delle accise per l'uso professionale e per tutte le attività produttive».
«Per pareggiare i maggiori costi del carburante maturati nell'ultimo anno - ha concluso Coppelli - il governo dovrà pensare a misure straordinarie tali da consentire la sopravvivenza delle imprese. In caso contrario indipendentemente dalla volontà, sarà inevitabile il fermo tecnico del settore».