Lo scorso anno l'industria crocieristica nordamericana ha alimentato l'economia statunitense generando un un giro d'affari di 32,4 miliardi di dollari, con un incremento dell'8% circa rispetto all'anno precedente. Uno studio commissionato dall'International Council of Cruise Lines (ICCL) ha rilevato come nel 2005 l'industria crocieristica abbia sostenuto 330.000 posti di lavoro negli USA e pagato salari per un totale di 13,5 miliardi di dollari.
Complessivamente le compagnie crocieristiche, i crocieristi e gli equipaggi hanno effettuato spese dirette negli Stati Uniti per complessivi 16,2 miliardi di dollari, con una crescita del 10% rispetto al 2004.
Il Business Research and Economic Advisors dell'ICCL ha sottolineato come, nonostante l'aumento del numero dei passeggeri non sia stato consistente quanto quello dell'anno precedente, nel 2005 la spesa media per passeggero sia ammontata a 1.667 dollari, con una crescita del 7,3% rispetto a 1.553 dollari nel 2004. «Lo scorso anno - ha detto ieri il presidente di ICCL, Michael Crye - ha registrato le difficoltà determinate dalle avversità meteorologiche e dovute alla consegna di poche nuove navi. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, nel 2005 l'industria crocieristica è continuata ad essere una risorsa economica importante, dando all'economia USA 32,4 miliardi di dollari, quattro miliardi in più di beni, servizi e stipendi rispetto a quanto speso nel 2004».
Lo scorso anno, nonostante il varo di quattro nuove navi, la consistenza della flotta crocieristica nordamericana è rimasta invariata ad un totale di 192 navi, visto che quattro unità sono state ritirate dal mercato. Nel 2005 la capacità della flotta, a causa della maggiore taglia delle nuove navi, è cresciuta del 2,2% a 245.755 letti basi.