Nel trimestre conclusosi lo scorso 30 novembre il gruppo crocieristico americano Carnival Corporation & plc ha totalizzato un utile netto di 416 milioni di dollari su un ricavo di 2.809 milioni di dollari, con incrementi rispettivamente del 23,8% e del 9,2% rispetto al periodo settembre-novembre del 2005. L'utile operativo è ammontato a 476 milioni di dollari (+9,7%).
Alla crescita del 9,2% dei ricavi - ha precisato Carnival - ha contribuito l'aumento del 5,5% della capacità della flotta e l'aumento del ricavo per letti bassi disponibili/giorno. I costi netti per letti bassi disponibili/giorno sono cresciuti dell'1,0%.
Nei dodici mesi terminati lo scorso 30 novembre il gruppo ha registrato un utile netto di 2.279 milioni di dollari su un ricavo di 11.839 milioni di dollari, con una crescita rispettivamente dell'1,1% e del 6,7% rispetto all'anno precedente. Il risultato operativo è stato di 2.613 milioni di dollari (-1,0%).
«Dopo due anni di utili straordinariamente elevati nel 2004 e nel 2005 - ha detto il presidente e amministratore delegato del gruppo Carnival, Micky Arison - abbiamo concluso il 2006 con un modesto aumento dell'utile per azione (+2,6%, ndr) a causa di una crescita molto significativa del prezzo del fuel». Nell'esercizio annuale conclusosi il 30 novembre 2006 il prezzo del fuel è aumentato di 210 milioni di dollari rispetto all'esercizio precedente ed ha determinato una riduzione dell'utile per azione pari a 0,25 dollari.
Arison ha sottolineato come nel 2006 i marchi crocieristici europei del gruppo abbiano ottenuto ricavi e risultati record e come i marchi nordamericani abbiano potuto applicare prezzi delle crociere più elevati per i loro itinerari in Europa e in Alaska, mentre i prezzi per le crociere nei Caraibi sono calati a causa principalmente - ha spiegato - dei timori determinati dagli uragani e della situazione economica nordamericana.