«Le grandi aspettative per la liberalizzazione delle ferrovie fino ad oggi sono state disattese». Lo ha detto oggi Hans-Jörg Bertschi, presidente dell'elvetica Hupac, in occasione del forum internazionale dei trasporti sul tema "Apertura del mercato, strumento per il trasferimento del traffico" organizzato dall'azienda svizzera per celebrare il 40' anniversario della sua fondazione.
«Sono in corso diversi processi per l'apertura del mercato - ha osservato Bertschi - ma spesso sono portati avanti con poca convinzione». Secondo l'Hupac, la liberalizzazione delle ferrovie come strumento centrale della politica dei trasporti deve far sì che le diverse imprese ferroviarie possano operare in modo indipendente su una rete ferroviaria gestita con neutralità ed essere in sana concorrenza tra loro. In questo modo si accrescerebbe la competitività della ferrovia rispetto alla strada e si favorirebbe il passaggio alla rotaia quale sistema di trasporto ecocompatibile.
«Otto anni dopo l'entrata in vigore della Riforma Ferroviaria 1 in Svizzera e cinque anni dopo l'entrata in vigore del primo pacchetto ferroviario della UE - ha sottolineato il presidente dell'Hupac - le nuove imprese ferroviarie private hanno raggiunto una quota di mercato inferiore al 10%. Ci auguriamo che la politica a Berna, a Bruxelles e nei singoli Paesi europei guidi e acceleri in modo mirato il processo di liberalizzazione delle ferrovie, affinché il trasporto merci su rotaia possa prendere parte alla prevista crescita di mercato dei traffici, decongestionando le strade».
Il recepimento delle direttive UE sull'apertura del mercato ferroviario - ha ricordato l'Hupac - è affidato a ciascun Stato membro. In testa si trova la Gran Bretagna, con una quota di mercato delle nuove ferrovie private pari al 30%, seguita dall'Olanda con il 15%, quindi da Svizzera, Austria e Germania con il 10% e da Italia e Belgio con pochi punti percentuali, mentre la Francia con lo 0% è il fanalino di coda.
Bertschi ha elogiato la politica svizzera dei trasporti ed ha rilevato come «oggi il Gottardo sia l'unico corridoio in Europa sul quale il mercato funziona. Diverse ferrovie, sia imprese statali che nuove imprese private, sono in concorrenza tra loro e nessuna ha una posizione dominante sul mercato». «La concorrenza - ha concluso - fa bene, ciò vale anche per le ferrovie. Il trasporto merci su rotaia cresce maggiormente nei Paesi in cui l'apertura del mercato è più progredita. Dal 1995 al 2004 la crescita, misurata in migliaia di tkm, in Gran Bretagna e in Olanda è stata attorno al 70%, in Svizzera, Austria e Germania attorno al 30%, mentre il traffico in Belgio, Italia e Francia ha registrato una stasi o addirittura un regresso. Tutto questo dovrebbe essere un motivo sufficiente per accelerare con tutte le forze il processo di liberalizzazione».