Pochi biofuel generano emissioni meno inquinanti rispetto ai combustibili tradizionali ed inoltre generalmente costano di più rispetto a questi ultimi. Lo ha rilevato oggi il segretario generale dell'International Transport Forum (ITF), Jack Short, a conclusione di un meeting svoltosi a Parigi, che è stato organizzato dall'ITF insieme con il centro di ricerca sul trasporto dell'Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD), al quale hanno partecipato quaranta esperti dei settori trasportistico, energetico e ambientale.
Short ha rilevato come ci sia notevole incertezza sull'effettiva riduzione di gas serra derivante dal produrre e consumare biocombustibili piuttosto che benzina e nafta. Alcuni biofuel - ha spiegato - possono addirittura produrre maggiori emissioni rispetto al petrolio.
I biofuel di seconda generazione - ha detto Jack Short - promettono un miglioramento, ma sussistono forti dubbi. Sono in corso di realizzazione impianti pilota per testare le tecnologie - ha aggiunto - ma la produzione su larga scala sembra dipendere da un volume ingente di sovvenzioni ed inoltre creerebbe pressioni sul territorio e sull'ambiente naturale analoghe a quelle determinate dalla produzione di biofuel convenzionali.
Un altro fattore negativo è l'elevato costo della produzione dei biocombustibili. Nel 2007 - ha spiegato Short - tale produzione è costata quattro miliardi di dollari negli Stati Uniti, pari ad un quarto del volume complessivo delle sovvenzioni al settore agricolo, e si prevede che aumenterà a 16 miliardi di dollari rispettando gli attuali obiettivi di produzione di biofuel. Nell'ambito dell'OECD - ha osservato - gli aiuti per i biofuel ammontano già ad un totale di circa 15 miliardi di dollari all'anno. Nel settore del trasporto e in altri comparti dell'economia - ha sottolineato Short - esistono metodi molto più economici per risparmiare carburante e ridurre le emissioni di anidride carbonica. In più: gli aiuti ai biocombustibili hanno l'effetto negativo di rendere i combustibili per il trasporto a basso prezzo, fatto che disincentiva l'efficienza energetica e tende ad aumentare i chilometri percorsi dagli automezzi.