- È una cosa che «obtorto collo abbiamo dovuto fare»: «non abbiamo mai sviluppato business attraverso cause legali». Il presidente del Clerici Logistics Group (CLG), Alfonso Clerici, giustifica così la decisione che il management da lui guidato ha assunto per difendere gli interessi dell'azienda in una competizione, quella per accaparrarsi il traffico di banane importate in Italia, che - secondo il gruppo genovese - è uscita dagli schemi prettamente commerciali per diventare una vera e propria guerra combattuta con mezzi non leciti.
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- L'azione difensiva del Clerici Logistics Group è basata su tre iniziative legali. Una è diretta verso la Chiquita, per la quale il gruppo genovese ha operato fin dagli anni '60 come braccio logistico in Italia e per alcuni servizi nel Mediterraneo, che viene accusata di «comportamento scorretto e rottura contrattuale». La seconda presso il garante della concorrenza in Italia e presso l'antitrust in Europa «per turbativa del mercato» e la terza presso il Consiglio di Stato «per le scorrette procedure relative al rilascio delle concessioni a Civitavecchia».
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- Secondo il gruppo genovese, infatti, non solo ci sono state azioni non corrette da parte imprenditoriale, ma anche da parte dell'Autorità Portuale di Civitavecchia. Tali iniziative - ha spiegato stamani Alfonso Clerici alla stampa - hanno turbato un mercato già di per sé difficile.
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- Il Clerici Logistics Group è specializzato nel comparto delle merci deperibili, con un secolo di esperienza nello shipping, nel terminalismo portuale e nella logistica che genera tuttora successi: «siamo soddisfatti per il significativo aumento nel 2007 di tutti i traffici, soprattutto di deperibili (+30%) - ha detto Clerici - anno nel quale abbiamo movimentato 275mila tonnellate, contro le 216mila nel 2006, oltre a 13mila tonnellate di rotabili». Questi i dati registrati dal Terminal Frutta Genova, operato dal gruppo nel porto del capoluogo ligure, a cui si aggiungono i traffici per oltre 80mila tonnellate (117mila nel 2006) movimentati dal gruppo nel Terminal Frutta Salerno, con un calo determinato nel porto campano dalla diminuzione del traffico Chiquita e dalla perdita del traffico di banane Bonita.
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- La crescita totalizzata quest'anno sarà consolidata nel 2008: all'inizio del 2007 - ha spiegato Alfonso Clerici - il Terminal Frutta Genova ha acquisito un nuovo traffico di banane e ananas dal Costarica, «che quest'anno supererà le 40mila tonnellate e arriverà ad oltre 90mila nel 2008». Si tratta - ha sottolineato Clerici - «dell'unico traffico nuovo in un mercato che è statico». Inoltre il gruppo è rientrato nel settore del trading in joint venture con il gruppo Dall'Orto, attività che «era stata dismessa a metà degli anni '90 - ha spiegato - perché stava entrando in conflitto con Chiquita».
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- Ora però la collaborazione del Clerici Logistics Group con la multinazionale delle banane si è interrotta. Il rapporto era regolato da un contratto rinnovato ogni tre anni. Quello in atto, che scadrà il prossimo 31 dicembre, è però l'ultimo di una lunga serie. Infatti le trattative tra il gruppo italiano e la Chiquita non hanno avuto un buon esito e la quota di incidenza del traffico Chiquita sull'attività del gruppo genovese è già scesa dal 65% al 54-55%.
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- Il Clerici Logistics Group accusa la multinazionale di comportamento scorretto, ma punta il dito anche contro Civitavecchia e Vado Ligure. Nel porto laziale opera il nuovo Civitavecchia Fruit Forrest Terminal (CFFT), e a Vado il Reefer Terminal del gruppo Orsero, entrambi in concorrenza con i terminal dei porti di Genova e Salerno gestiti dal gruppo genovese. L'accusa mossa a Civitavecchia e Vado è di essersi inserite nella trattativa con proposte al ribasso ad ogni nuova offerta formulata dal Clerici Logistics Group. La trattativa - ha spiegato il gruppo - si è conclusa nelle scorse settimane: «a settembre, venuti a conoscenza delle ultime condizioni offerte da questi concorrenti - pur essendo le stesse completamente fuori mercato e diseconomiche (circa 40% in meno rispetto alle condizioni generalmente applicate) - anche CLG si dichiarava pronta ad applicare sostanzialmente le stesse condizioni, pur di mantenere in vita il rapporto pluriennale. Chiquita chiese quindi che tali condizioni fossero garantite per tre anni (la nostra proposta era di garantirle per ben quattro anni), ma senza impegnarsi nella firma di un contratto che, come logico e sempre avvenuto, l'avrebbe impegnata ad utilizzare le strutture dedicate di Genova e Salerno».
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- Di qui la rottura del contratto, causata - secondo Clerici - da un «marketing della disperazione» attuato da Civitavecchia, che ha sottratto a Salerno il traffico delle banane Bonita, e da un allineamento di Vado «alle pretese fatte da Chiquita ed ottenute a Civitavecchia».
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- Il gruppo genovese ritiene tra l'altro che il terminal di Civitavecchia sia nato nel 2006 «grazie ad una procedura per l'ottenimento della concessione e relativa licenza d'impresa a dir poco “in conflitto” con quanto previsto dagli attuali regolamenti e leggi (84/94)». Clerici ha criticato sia le repliche dell'Autorità Portuale di Civitavecchia alle accuse di dumping che i progetti dell'ente per la realizzazione di un terminal analogo a Gaeta, ma anche le mosse del Reefer Terminal di Savona-Vado, dove - secondo Clerici - «la mancanza del cavalier Orsero ha cambiato molte cose».
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- In pratica - secondo il gruppo CLG - Civitavecchia e Vado praticherebbero prezzi stracciati offrendo «la stragrande maggioranza dei servizi gratis». Una situazione analoga - ha detto Clerici - «sta avvenendo nel settore dei container, con due eccezioni (una è Contship) che operano con profitto».
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- Oltre che dalla legge, però, il Clerici Logistics Group intende ottenere risposte anche dalla politica: vuole sapere se è possibile - ha concluso Alfonso Clerici - «che un terminal cerchi di “fottere” un terminal vicino» correndo «il rischio che si arrivi ad un collasso del sistema».
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B.B.
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