Oggi le principali organizzazioni del settore marittimo hanno sollecitato l'International Maritime Organization (IMO) e le Nazioni Unite ad adottare misure efficaci ed immediate per impedire gli atti di pirateria che si verificano con crescente frequenza nel Golfo di Aden e che sono condotti da pirati che hanno base in Somalia.-
- La “Round Table” delle associazioni internazionali dello shipping, che riunisce Bimco, Intercargo, International Chamber of Shipping/International Shipping Federation e Intertanko, e l'unione sindacale internazionale International Transport Workers' Federation (ITF) hanno esortato il segretario generale dell'IMO, Efthimios Mitropoulos, ad usare l'influenza dell'organizzazione marittima per far sì che le Nazioni Unite promuovano un aumento della presenza di unità navali militari nell'area per salvaguardare la vita dei marittimi e dei passeggeri nonché la sicurezza delle navi e delle merci trasportate.
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- Le organizzazioni del settore marittimo hanno spiegato che il loro appello giunge in risposta ad una situazione che è sul punto di entrare in una spirale «completamente e irrimediabilmente fuori controllo». «La soluzione - hanno sottolineato la Round Table e ITF - è che un numero maggiore di nazioni impieghino navi militari nella zona e, soprattutto, che vengano impiegate in modo efficace, attivamente e con forza nei confronti di qualsiasi atto di pirateria e per intercettare e consegnare alla giustizia i criminali al fine di ristabilire protezione e sicurezza in una delle vie marittime strategicamente più importanti del mondo».
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- «Solo con intercettazioni e arresti, come consentito dalla risoluzione 1816 del Consiglio di sicurezza - hanno osservato la Round Table e ITF - si potrà far fronte al problema rappresentato da navi che vengono attaccate quasi ogni giorno, spesso con sequestri e ostaggi, e da pirati che utilizzano armi automatiche, tra cui granate con propulsione a razzo». «In particolare hanno precisato le organizzazioni dello shipping - il settore ritiene che attualmente ci sia una carenza di volontà politica da parte di governi nell'assegnare alle forze militari le chiare regole d'ingaggio di cui hanno bisogno, nonostante in mandato del Consiglio di sicurezza dell'Onu di giugno».
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- Inoltre la Round Table e l'ITF hanno evidenziato al segretario generale dell'IMO che, quando gli attacchi avvengono a più di 200 miglia nautiche dalla costa da parte di pirate armati che usano imbarcazioni d'altura, gli avvisi standard che vengono comunicati alle navi affinché evitino l'area, stiano in allerta e mantengano la velocità diventano superflui. Auspicando un intervento più deciso delle forze militari nell'area, le organizzazioni dell'industria marittima hanno rilevato che, «con tutta evidenza, l'attuale pattugliamento e l'approccio di non intervento non fanno alcuna differenza».
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- La Round Table e l'ITF hanno concluso ricordando che alcune delle principali compagnie di navigazione hanno deciso di non far transitare le proprie navi nel Golfo di Aden, che altre compagnie sono in procinto di fare altrettanto e che l'utilizzo della rotta per il Capo di Buona Speranza comporta gravi conseguenze per gli scambi internazionali, tra cui una crescita dei costi del trasporto marittimo.

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