La Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) auspica che il Consiglio Supremo di Difesa, convocato per mercoledì prossimo dal presidente della Repubblica, ponga attenzione alla minaccia rappresentata dalla pirateria. «È di fondamentale importanza - ha spiegato il presidente della confederazione armatoriale, Paolo d'Amico - che in tale occasione l'emergenza in Libia non ponga in secondo piano tale fenomeno, ma anzi ne sottolinei il maggior rischio per la navigazione mercantile nelle acque dell'Oceano Indiano, a discapito delle navi, dell'economia mondiale ma soprattutto della sicurezza degli equipaggi che manifestano crescenti preoccupazioni».-
- «I recenti eventi in Nord Africa e in Medio Oriente - ha osservato d'Amico - accentuano ancora di più la gravità del fenomeno della pirateria, soprattutto per un paese come l'Italia, forte importatore di materie prime e in particolare di petrolio. Infatti il venir meno del greggio libico ha già portato ad aumentare la produzione giornaliera nei Paesi del Medio Oriente. Ciò vuol dire che il trasporto marittimo di petrolio proveniente da quell'area aumenterà ancora con un maggior numero di navi operanti in zone a rischio di pirateria. Già oggi più di tre navi italiane ogni giorno navigano in acque a rischio pirateria».
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- Confitarma ha evidenziato che attualmente 2.000 pirati somali minacciano l'economia mondiale e che tuttavia i governi non sembrano aver compreso a pieno la crescente gravità di questo fenomeno che, per intensità e luogo degli attacchi, sta assumendo caratteristiche di una vera e propria guerra in mare aperto. Guerra che, è ormai chiaro - ha sottolineato la Confederazione - con il solo schieramento dei mezzi navali delle missioni internazionali antipirateria, non si può vincere, tenuto anche conto dell'attuale impossibilità di attuare controlli in territorio somalo per neutralizzare le basi dei pirati a terra e in mare (navi madre).
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- «Ricordo - ha concluso d'Amico - che la nave italiana Savina Caylyn attaccata un mese fa in pieno Oceano Indiano, a più di 800 miglia dalle coste somale, è ancora sotto sequestro dei pirati con il suo equipaggio, e che dal mese di agosto 2010 Confitarma ha chiesto al governo misure urgenti a protezione delle nostre navi».

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