- La scorsa settimana presso la sede della World Customs Organization (WCO) a Bruxelles, con la conferenza inaugurale sul tema “The Added Dimension”, è stata presentata la European Port Community Systems Association (EPCSA) che è stata fondata da sei società europee che operano sistemi PCS (Port Community System) per la gestione dello scambio elettronico e telematico di dati e documenti sul traffico marittimo-portuale, terrestre ed aereo. Si tratta della francese Soget, delle tedesche dbh e Dakosy, della britannica Maritime Cargo Processing, dell'olandese Portbase e della spagnola Portic.
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- Obiettivo dell'associazione è di promuovere a livello dell'Unione Europea lo sviluppo di sistemi di gestione elettronica e telematica delle attività logistiche in tutti i porti europei.
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- «I Port Community Systems - ha dichiarato Manuela Cabral, responsabile dell'unità Customs policy and Electronic customs della Direzione Generale Fiscalità e Unione Doganale (TAXUD) della Commissione Europea - costituiscono un'area dove si sentiva la mancanza di un'associazione. È stato difficile per la Commissione Europea avere una panoramica di ciò che sta accadendo nel settore dei Port Community Systems. Nel momento in cui siamo stati coinvolti nello sviluppo delle Single Windows si è avvertita la mancanza di un tale contributo alla discussione. La creazione di EPCSA dovrebbe consentirci di accelerare il passo nel settore delle attività doganali non tradizionali».
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- Nel corso dell'incontro Pascal Ollivier della Soget, che è presidente di EPCSA, sottolineando che «l'Europa è sede dei Port Community Systems più efficienti al mondo», ha presentato il nuovo Libro Bianco realizzato dall'associazione sul tema “The role of PCSs in implementation of National Single Window”. Il documento - ha spiegato - tratta delle modalità attraverso le quali noi, come operatori PCS, possiamo agire sul contenimento delle spese a vantaggio della Commissione Europea, degli Stati membri e del commercio promuovendo lo sviluppo di uno sportello unico». Tuttavia - ha evidenziato Ollivier - le attività business-to-business non dovrebbero essere mai poste sotto il controllo dello Stato e dovrebbero rimanere fuori dalla portata delle National Single Windows: «ciò - ha rilevato - è un presupposto molto importante per fare in modo che le nuove tecnologie entrino nel settore della logistica e che siano implementate il più rapidamente possibile e per far sì che l'Europa continui ad essere leader del mercato del know-how logistico globale».
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- Ollivier ha ricordato che ci sono una serie di nazioni e porti europei che non sono dotati di sistemi PCS: «una parte dell'iniziativa per il commercio marittimo elettronico della Direzione Generale Mobilità e Trasporti - ha osservato - è volta a passare da una situazione odierna in cui sono 40 i porti dotati di PCS ad uno scenario in cui siano oltre 200 i porti dotati di PCS. Riteniamo - ha precisato - che i PCS siano nella posizione ideale per fornire le basi o la spina dorsale di una Single Window laddove non sono in servizio sistemi automatizzati, dove dobbiamo partire da zero. In questo modo i PCS possono essere considerati quale porta d'ingresso al concetto di National Single Window».
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