- Entro la fine di quest'anno il gruppo terminalista DP World di Dubai potrebbe cedere la propria quota del 60% del capitale di DP World Breakbulk, società che opera un terminal per merci sfuse nel porto di Anversa, al gruppo belga Zuidnatie che nello scalo portuale di Anversa gestisce il terminal Zuid dedicato ai container e alle merci breakbulk. Gli altri azionisti di DP World Breakbulk sono la società armatoriale belga Conti-Lines e la società armatoriale tedesca Rickmers-Linie, entrambe specializzate nel trasporto di merci sfuse e project cargo.
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- Se la transazione andrà a buon fine DP World Belgium, la filiale locale del gruppo di Dubai, concentrerà la propria attività terminalistica ad Anversa nel settore dei container, in cui opera attraverso la joint venture Antwerp Gateway che è partecipata con il 42,5% da DP World, con il 20% dalla Zim Ports del gruppo armatoriale israeliano Zim, con il 20% dalla cinese COSCO Pacific, con il10% dalla Terminal Link del gruppo armatoriale francese CMA CGM e con il 7,5% dalla società portuale tedesca Duisport) e che è svolta inoltre nel terminal Delwaide Dock.
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- La cessione fa parte di un piano di ristrutturazione dell'attività del gruppo di Dubai ad Anversa che potrebbe avere ripercussioni anche dal punto di vista occupazionale, con il possibile taglio di 70-80 posti di lavoro dei 440 del gruppo DP World nella città portuale belga. La vendita della quota di DP World Breakbulk consentirebbe al gruppo di concentrare l'attenzione sul traffico containerizzato, che però a sua volta non genera risultati soddisfacenti a causa della crisi economica che grava su molte regioni mondiali e che negli ultimi mesi si è particolarmente acutizzata in Unione Europea, dove sta scuotendo anche il pur resistente settore portuale del northern range. Lo scorso mese, in occasione della presentazione dei volumi di traffico movimentati dai terminal di DP World nella prima metà del 2012 ( del 1° agosto 2012), il gruppo di Dubai aveva precisato che la crescita (+3,2%) del traffico movimentato dai terminal operati in Europa, Medio Oriente e Africa, che è stato pari a 11,6 milioni di container teu, è stata limitata dalle minori performance registrate in Europa rispetto agli altri terminal della regione.
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- Non è certo un caso, evidentemente, che nell'area portuale nordeuropea, ricca e fiorente fino a ieri, oggi si contino le prime vittime illustri, tra le altre meno note, causate dall'impatto della recessione economica sui traffici portuali: ad alzare bandiera bianca è stata nei giorni scorsi l'Amsterdam Container Terminals del gruppo terminalista Hutchison Port Holdings (HPH), che ha annunciato la prossima chiusura del terminal privando il porto di Amsterdam del principale operatore nel settore dei container, comparto sul quale l'Autorità Portuale dello scalo aveva puntato per lo sviluppo e la diversificazione delle attività del porto olandese e che sarà invece pressoché abbandonato. Il terminal di Amsterdam era stato progettato (con il nome di Ceres Paragon) con l'intento di farne l'approdo per le portacontainer più innovativo del northern range europeo grazie alla possibilità di scaricare e caricare contemporaneamente i container da entrambe le fiancate delle navi ( del 30 luglio 1999).
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