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Le giapponesi “K” Line, MOL e NYK confermano la necessità di riorganizzare il proprio modello di business
I presidenti delle tre compagnie confermano il perdurare dello stato di difficoltà dello shipping
4 gennaio 2013
Gli auguri per il nuovo anno rivolti dai presidenti delle aziende giapponesi ai dipendenti sono di consueto tesi all'ottimismo, ma presentano usualmente anche una obiettiva disamina dello scenario economico in cui operano le imprese. Non fanno eccezione i messaggi per il Capodanno 2013 dei leader delle tre principali società armatoriali nipponiche: Mitsui O.S.K. Lines (MOL), Kawasaki Kisen Kaisha (“K” Line) e Nippon Yusen Kaisha (NYK).
«Il 2013 - ricorda il presidente della MOL, Koichi Muto - è l'anno del Serpente nello zodiaco giapponese. Il serpente, come un simbolo di ricchezza e prosperità - spiega - dovrebbe portare buona fortuna all'economia». Tuttavia la vena di ottimismo di Muto si smorza immediatamente perché il manager conferma che «attualmente MOL deve affrontare un contesto economico estremamente difficile. Dopo la nostra più consistente perdita di sempre registrata nel precedente esercizio - precisa Muto - MOL si sta indirizzando nuovamente verso una perdita della medesima entità per l'anno fiscale in corso».
Muto rileva che se l'industria del trasporto marittimo ha subito l'effetto negativo del rallentamento delle economie di Europa, Stati Uniti e Cina, dell'apprezzamento dello yen e dell'elevato costo del bunker, da parte sua MOL ha accusato in particolare l'impatto delle consistenti perdite generate dalle proprie navi impiegate al di fuori di contratti a lungo termine in una situazione di calo senza precedenti dei noli sia nel settore delle rinfusiere che in quello delle navi cisterna.
Muto confida che a partire dalla seconda metà del 2013 si verificherà un'inversione di tendenza: «prevediamo - spiega - un consistente volume di scambi commerciali per via marittima incentrato sui Paesi emergenti, mentre l'immissione di nuove navi dovrebbe diminuire. Noi - ha proseguito - riteniamo che i noli cominceranno a risalire parallelamente all'attenuazione del gap tra domanda e offerta di navi. Tuttavia negli ultimi anni i cantieri cinesi ed altri players hanno significativamente ampliato la loro capacità produttiva: se prossimamente continueranno a costruire nuove navi ad un ritmo rapido per mantenere in attività il loro business, queste costruzioni navali potrebbero pesare notevolmente sul recupero dei noli». Secondo Muto, pertanto, «per essere certi di tornare all'utile nell'ambito di una situazione di tensione, in cui il contesto economico rimarrà estremamente difficile nel 2013, è per noi necessario passare ad un modello di business che non fa affidamento su una ripresa dei noli».
Tra le misure che il gruppo MOL adotterà per affrontare questo scenario, oltre ad una serrata azione per ridurre ulteriormente i costi, Muto ha citato anche «la demolizione, la vendita e la riconsegna di navi, nonché il rinvio della presa in consegna di nuove navi». In questo frangente di difficoltà lo slogan - per Muto - deve essere il «chi si aiuta Dio l'aiuta» dello scrittore britannico Samuel Smiles.
Pure il presidente di “K” Line, manifesta «la speranza che il mondo si stia lentamente riprendendo dalla recessione», aspettativa che anche Jiro Asakura ripone principalmente sulle nuove opportunità offerte dalle economie dei Paesi emergenti. Asakura concorda però sul fatto che l'industria del trasporto marittimo «è ancora alle prese con una crisi senza precedenti».
Anche “K” Line si propone di affrontare le difficili sfide per lo shipping con una rivisitazione del proprio modello di business: «nell'ambito del nostro piano di gestione a medio termine “Bridge to the Future” - spiega Asakura - ci proponiamo di costruire un sistema che ci consenta di assicurare un utile anche durante i periodi di deterioramento del mercato. Siamo obbligati - evidenzia - a fare tutto il necessario per raggiungere i tre seguenti obiettivi-chiave: tornare all'utile nell'anno fiscale 2012, costruire una struttura stabile di introiti e rafforzare la nostra posizione finanziaria».
Se Muto cita la frase di Smiles, Asakura si rifà all'insegnamento dell'economista Peter Drucker ricordando che «il profitto è un costo essenziale di qualsiasi attività economica e deve essere pianificato e gestito esattamente come gli altri costi aziendali».
Nel suo saluto augurale anche il presidente della NYK, Yasami Kudo, sottolinea come, nell'ambito della situazione di difficoltà che caratterizza l'economia mondiale, «le imprese del settore del trasporto marittimo e del trasporto aereo continuino a lottare in presenza di un notevole divario tra domanda e offerta».
Secondo Kudo, la situazione di difficoltà in cui si trovano ad operare le aziende del settore «continuerà ad essere particolarmente aspra fino a quando questo significativo divario non sarà colmato». Il presidente della NYK è però meno ottimista circa un rapido avvicinamento tra domanda e offerta, soprattutto nel settore delle portacontainer, nel quale - specifica Kudo - «si ritiene che ci vorranno diversi anni per eliminare il divario». In conclusione, Kudo si dichiara pertanto soddisfatto «della correttezza delle nostre decisioni di passare ad un modello di business light-asset nella divisione container» nonché della «nostra strategia di espansione basata sull'Asia e su altri Paesi emergenti attraverso la nostra competenza nelle soluzioni che prevedono il trasporto marittimo convenzionale a maggiore valore aggiunto».
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