- Il ministero degli Affari esteri ha reso nota la liberazione dei tre marittimi italiani dell'Asso Ventuno rapiti lo scorso 23 dicembre al largo delle coste della Nigeria, mentre il rimorchiatore si dirigeva a Port Harcourt. «I nostri tre marinai - ha confermato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi - sono liberi e faranno presto rientro in Italia». L'Unita di Crisi della Farnesina ha già informato i familiari e l'armatore, la società Augusta Offshore del gruppo Cafiero Mattioli.
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- «È - ha sottolineato Terzi - un successo degli uomini e delle donne della Farnesina e di tutti i funzionari delle strutture dello Stato coinvolte che con la loro tenacia e professionalità hanno reso possibile l'esito positivo di questa difficile vicenda».«Desidero inoltre ringraziare - ha proseguito il ministro - le autorità nigeriane che in queste settimane ci hanno sempre assicurato la massima collaborazione».
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- Il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Paolo d'Amico, si è rallegrato per la liberazione dei marittimi. «L'anno - ha detto d'Amico - non poteva iniziare con una notizia migliore. Con grande e sincera gioia mi associo alla felicità delle famiglie dei marittimi e di Mario Mattioli, armatore dell'Asso21 e vicepresidente di Confitarma, per la liberazione dei nostri connazionali, rapiti dai pirati in Nigeria lo scorso 23 dicembre».
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- «Tale vicenda, che si è conclusa positivamente ed in tempi brevi anche grazie al ministero degli Affari esteri - ha aggiunto d'Amico - è l'ennesimo esempio di una situazione veramente difficile che ogni giorno le nostre navi e i nostri equipaggi devono affrontare nei mari infestati dai pirati». «Da mesi - ha sottolineato il presidente di Confitarma - abbiamo richiamato l'attenzione sul fatto che, purtroppo, la pirateria è presente anche in zone di mare diverse dall'Oceano Indiano, e che di recente si registra una preoccupante recrudescenza del fenomeno. L'auspicio è che le nostre istituzioni capiscano che è importante non abbassare la guardia perché le strategie di difesa contro i pirati sono “conditio sine qua non” per consentire alle nostre navi di continuare a operare. Ormai, senza protezioni adeguate, è quasi impossibile trovare equipaggi disposti a navigare nelle aree a rischio».
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- «Attendiamo quindi - ha concluso d'Amico - che venga al più presto completata e resa operativa la normativa per l'imbarco delle guardie armate a bordo delle navi di bandiera italiana quando non sono disponibili i Nuclei Militari di Protezione e che sia estesa anche in zone geografiche ora non coperte, come appunto le aree marine al largo della Nigeria».
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