Si acuisce la tensione nel settore dell'autotrasporto italiano incentrata sullo sciopero dei servizi che è stato programmato dal 9 al 13 dicembre prossimi e poi revocato da tutte le associazioni del comparto, soddisfatte delle risposte fornite dal governo, tranne una: Trasportounito.-
- Sottolineando il senso di responsabilità manifestato dalle sigle del settore una volta preso atto del venir meno delle motivazioni che avevano portato alla proclamazione unitaria del fermo dei servizi, l'Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici (ANITA) lamenta che «tale senso di responsabilità è mancato tuttavia a Trasportounito e ad altre sigle minoritarie, che non solo hanno confermato il fermo, ma si sono accostati a movimenti di protesta del tutto estranei all'autotrasporto (cobas del latte, cobas del mais, comitati riuniti agricoli, movimento dei forconi, forza d'urto, alba dorata Italia, life, azione rurale Veneto, ed altri). L'autotrasporto, quello vero - denuncia ANITA - non può che rigettare ogni forma di strumentalizzazione ed evitare di essere accomunato a chi non rappresenta responsabilmente la categoria, ma vuole unicamente creare disagi e tensioni nel Paese, come traspare dalle affermazioni contenute nei volantini che hanno invaso i “social network”. Chi, dunque, ancora in queste ore conferma il fermo dei servizi - rincara la dose ANITA - è un irresponsabile».
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- «Siamo ben consapevoli - spiega ANITA - delle problematiche delle nostre imprese e le abbiamo tutte ben rappresentate al governo, ma dobbiamo essere al tempo stesso consapevoli che nell'attuale contesto economico e politico del Paese, i risultati raggiunti con il protocollo del 28 novembre scorso rappresentano il miglior risultato che era possibile ottenere in questo momento. Mettere in atto una protesta nonostante gli impegni che il governo si è assunto con la categoria, significa danni economici per il settore e per l'intera economia; perdita di credibilità nei confronti dei clienti italiani ed esteri e conseguente perdita di fiducia nelle imprese italiane di autotrasporto. Danni all'immagine del comparto e del nostro Paese di cui non abbiamo certo bisogno».
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- Secondo il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo, invece, quello che scatterà alla mezzanotte di domenica prossima è un fermo nazionale di categoria «finalizzato unicamente ad affermare rivendicazioni che garantiscano le condizioni minime di sopravvivenza per una categoria alla quale il governo si ostina a non dare risposte. Se all'iniziativa del fermo nazionale si sono uniti movimenti di protesta le cui ragioni peraltro sono assolutamente condivisibili - precisa Longo - è un problema che attiene alla politica ed alle istituzioni».
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- Trasportounito evidenzia che, quale unica associazione autonoma della rappresentanza dell'autotrasporto, in questa vertenza con il governo rappresenta oltre alle proprie diecimila imprese associate con circa cinquanta associazioni provinciali, anche altre associazioni autonome dell'autotrasporto (Aitras, Assiotrat, Assotrasport, Azione nel Trasporto, Movimento Autonomo trasportatori e Sati). «Il governo - accusa Longo - pur conoscendo la tensione che inevitabilmente infiammerà il Paese la prossima settimana, non avverte neanche l'esigenza di convocare i rappresentanti dell'autotrasporto, per verificare la possibilità di evitare un trauma al Paese. Se ne assumerà la responsabilità».

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