- Nel Friuli Venezia Giulia le imprese dell'autotrasporto sono sempre in difficoltà e il settore presenta numeri poco confortanti, ma la crisi sembra ormai aver toccato il fondo e ora ci sono grosse attese per le ripercussioni positive che lo sviluppo del porto di Trieste potrebbe avere sul futuro del comparto. È questo il quadro dell'autotrasporto regionale tracciato ieri sera nel corso della serata conviviale del The International Propeller Club Port of Trieste sul tema “L'autotrasporto, anello vitale dell'intermodalità”.
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- Evidenziando la positiva realtà del proprio gruppo, con i suoi 900 dipendenti e una flotta di 640 autoarticolati e 1.250 semirimorchi, «a Trieste - ha rilevato Ervino Harej, manager di Autamarocchi - abbiamo a che fare con un porto estremamente moderno perché c'è tanta intermodalitá, ma questo non è in contrasto con la nostra attività. Del resto, in Italia, vista la situazione geografica - ha spiegato - è difficile servire tutto con il treno. L'“ultimo miglio” viene fatto dai camion».
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- I problemi della frammentazione delle aziende dell'autotrasporto (troppe e troppo piccole), nonché della normativa soffocante e degli scarsi controlli sul cabotaggio sono stati sviscerati da Enrico Eva, segretario generale di Confartigianato Trieste, che ha fornito una serie di dati preoccupanti: «negli ultimi dieci anni - ha detto - abbiamo registrato un calo nel numero di aziende del 35% in Friuli Venezia Giulia e del 50% in provincia di Trieste, dove oggi ci sono 214 imprese attive. E nel corso del 2013 la Polizia Stradale, in tutta Italia, ha elevato solo 93 verbali di violazione per le regole del cabotaggio. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro».
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- Di normativa in materia si sono occupati i due interventi degli avvocati Paola Bardi e Alberto Pasino. Quest'ultimo ha fatto il punto sulle leggi relative ai cosiddetti “costi minimi” e sul fatto che dopo il ricorso al Tar del Lazio da parte di una trentina di associazioni di categoria la normativa è ora pendente alla Corte di Giustizia europea perché ritenuta in contrasto con la libera concorrenza. Una nuova importante opportunità per gli autotrasportatori, evidenziata dall'avvocato Bardi, riguarda la possibilità, per l'impresa che non avesse ricevuto quanto pattuito per il servizio di rivalersi sull'intera filiera di quest'ultimo.
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- «Proprio in riferimento agli stretti collegamenti della catena logistica, - ha commentato in conclusione il presidente del Propeller Club, Fabrizio Zerbini - è sempre più evidente la necessità di lavorare assieme per far crescere il porto di Trieste nel suo complesso. Lo scalo è di gran lunga la prima industria della città e l'incremento dei posti di lavoro è fondamentale in questo momento di difficoltà economiche».
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