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Accordi tra Kotahi, Port of Tauranga e Maersk Line per sviluppare l'export neozelandese con navi da 6.500 teu
Alla compagnia danese è stato garantito un traffico d'esportazione fino a 2,5 milioni di teu nell'arco dei prossimi dieci anni
27 giugno 2014
Il gruppo logistico neozelandese Kotahi ha siglato accordi della durata di dieci anni con la Port of Tauranga e con la compagnia di navigazione danese Maersk Line in base ai quali Kotahi garantirà al gruppo portuale neozelandese un traffico containerizzato d'esportazione fino a 1,8 milioni di teu nell'arco dei dieci anni con inizio il prossimo 1° agosto, di cui una quota significativa sarà movimentata dal Timaru Container Terminal South (TCTS), terminal per contenitori che è situato nel porto di PrimePort Timaru, nella regione meridionale di Canterbury, ed è gestito dalla Port of Tauranga, società quotato alla Borsa della Nuova Zelanda.che è controllata con il 55% del capitale azionario dal Consiglio regionale della Bay of Plenty. Inoltre la Port of Tauranga si è impegnata a investire nel potenziamento delle infrastrutture portuali, per consentire nei prossimi anni l'accesso al porto a portacontainer di 6.500 teu, e - sulla base di determinate condizioni - ad emettere due milioni di azioni in due tranche, che rappresentano complessivamente l'1,5% dell'intero capitale azionario della Port of Tauranga, che verrebbero acquisite dalla Kotahi, mentre quest'ultima acquisirebbe una quota pari al 49,9% della società terminalista TCTS. Infine Kotahi si è impegnata a garantire a Maersk Line nell'arco dei prossimi dieci anni un traffico d'esportazione fino a 2,5 milioni di container teu a partire dal prossimo 1° agosto.
«Sulla scia della forte crescita negli ultimi tre anni delle esportazioni di prodotti caseari provenienti dalla regione meridionale di Canterbury - ha spiegato l'amministratore delegato della Kotahi, Chris Greenough - è stato possibile ripristinare gli scali di navi portacontainer nel porto di Timaru e nel contempo mantenere notevoli volumi attraverso il porto di Lyttelton e mantenere nel lungo termine scali di portacontainer in una serie di altri porti regionali».
«La Nuova Zelanda - ha sottolineato Greenough - non ha un porto per le grandi navi ed ora è il momento giusto per i principali operatori di lavorare assieme per realizzare in Nuova Zelanda un'infrastruttura in grado di ricevere queste grandi navi e tutto il valore che apporteranno alla Nuova Zelanda. Queste navi - ha spiegato - assicureranno che la Nuova Zelanda non diventi periferica rispetto ai più grandi hub della Tasmania, cosa che comporterebbe l'aggiunta di 7-10 giorni ai transit time delle esportazioni».
Il managing director per la Nuova Zelanda di Maersk Line, Gerard Morrison, ha evidenziato che, grazie al volume di traffico garantito, la compagnia danese si è impegnata ad attivare dal prossimo ottobre un nuovo servizio con navi da 4.500 teu per il porto malese di Tanjung Pelepas, che affiancherà gli attuali servizi Northern Star, che in Nuova Zelanda effettua scali a Tauranga, Wellington e Nelson e tocca inoltre Singapore, Tanjung Pelepas e Sydney, e Southern Star, che scala i porti neozelandesi di Auckland, Lyttelton e Port Chalmers e tocca Singapore, Tanjung Pelepas e Brisbane. «Ora - ha aggiunto - abbiamo una strada tracciata per lavorare sull'introduzione delle navi da 6.500 teu di Maersk Line in Nuova Zelanda. Queste navi hanno un consumo di combustibile per container notevolmente inferiore e ridurranno le emissioni di gas serra del traffico marittimo in esportazione della Nuova Zelanda di circa il 22% per container rispetto all'attuale media neozelandese del settore».
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