- Saipem, società di engineering & construction e drilling che opera per il settore oil & gas, ha annunciato un piano di rilancio e taglio dei costi alla luce del deterioramento del mercato in cui opera l'azienda. «I risultati del secondo trimestre 2015 - ha spiegato l'amministratore delegato Stefano Cao - evidenziano uno scenario di mercato profondamente deteriorato. L'ulteriore repentino calo del prezzo del petrolio ha creato una discontinuità significativa, che non prevediamo riassorbirsi nel breve-medio periodo e che ha portato a un sempre più marcato irrigidimento dei clienti sulla gestione operativa e commerciale dei contratti. In questo contesto, Saipem necessita di un cambio di passo al fine di rispondere più efficacemente alle nuove esigenze dei clienti. Abbiamo quindi lanciato un approfondito processo di trasformazione della società, che prevede la razionalizzazione degli asset produttivi e la revisione di tutti i processi, e genererà saving cumulati di 1,3 miliardi di euro tra il 2015 e il 2017. Questo - ha aggiunto Cao - permetterà a Saipem di migliorare la propria competitività, recuperare redditività e creare valore, facendo leva sui propri significativi vantaggi competitivi quali il robusto e diversificato portafoglio ordini, il solido rapporto con i clienti, la flotta all'avanguardia e un patrimonio di tecnologie, competenze e esperienze che la rendono unica sul mercato».
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- Il piano di rilancio “Fit for the future” prevede tra il 2015 e il 2017 una riduzione della forza lavoro dell'azienda di 8.800 persone (sui circa 50.000 dipendenti dell'azienda italiana) che - ha precisato Saipem - è «prevalentemente riconducibile al completamento di alcune grosse commesse e alla razionalizzazione delle attività di business e della presenza geografica dell'azienda».
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- Inoltre il piano - ha spiegato Saipem - «si articola attraverso una razionalizzazione del portafoglio di asset della società per rifocalizzarla su paesi e attività a maggior valore aggiunto. In termini di presenza geografica, verrà assicurato l'appropriato dimensionamento delle operazioni produttive in alcuni paesi tra i quali Canada e Brasile. In termini della flotta navale sono stati individuati cinque mezzi da dismettere poiché non assicurano opportunità commerciali nel mutato contesto. È inoltre in corso una revisione dei processi e dell'organizzazione di Saipem, al fine di aumentare la rapidità e l'efficienza delle operazioni». «Il piano di rilancio - ha specificato inoltre l'azienda italiana - comporta anche una rifocalizzazione del piano di investimenti, con effetti già sul capex per il 2015 ora previsto al di sotto dei 600 milioni di euro».
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- Inoltre Saipem ha reso noto di aver valutato le poste attive di bilancio effettuando svalutazioni per 929 milioni di euro sul capitale d'esercizio netto e sul capitale immobilizzato, con effetti sui risultati e sulla guidance per l'anno intero. «La svalutazione del capitale d'esercizio netto, pari a 718 milioni di euro - ha precisato l'azienda - è essenzialmente riconducibile all'irrigidimento nelle posizioni negoziali su Change Order e Claim da parte dei clienti sia per situazioni pregresse che per nuove circostanze emerse o peggiorate nel corso del secondo trimestre del 2015, nonché alla svalutazione di una quota di crediti scaduti in Venezuela, a fronte dell'ulteriore peggioramento della situazione recentemente riscontrata. La svalutazione del capitale immobilizzato, pari a 211 milioni di euro, è relativa a mezzi navali destinati alla rottamazione in quanto non più utilizzabili per l'esecuzione di progetti in portafoglio e a quote parti di basi logistiche che risentono di riprogrammazione e/o cancellazione di progetti da parte dei principali clienti di riferimento con conseguente minore impiego».
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- Intanto la relazione finanziaria semestrale consolidata di Saipem al 30 giugno 2015, approvata ieri dal consiglio di amministrazione, presenta un notevole deterioramento delle performance economiche aziendali. Il risultato netto adjusted risulta di segno negativo per -709 milioni di euro rispetto ad un risultato positivo per 136 milioni di euro nella prima metà del 2014. I ricavi registrano un calo del -9,9% attestandosi a 5,37 miliardi di euro rispetto a 5,97 miliardi di euro nel primo semestre dello scorso anno. Il risultato operativo adjusted è di segno negativo per -579 milioni di euro, incluso l'impatto di 718 milioni di euro di svalutazioni di poste del capitale d'esercizio netto, rispetto ad un risultato operativo di segno positivo per 293 milioni di euro nei primi sei mesi del 2014. Gli investimenti tecnici ammontano a 268 milioni di euro rispetto a 329 milioni nel primo semestre del 2014. Il debito netto a fine semestre 2015, che include il temporaneo impatto netto negativo di 502 milioni di euro relativi a scadenze nel semestre di derivati di copertura cambi, risulta di 5,53 miliardi di euro rispetto a 4,42 miliardi al 31 dicembre 2014.
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- Sul fronte degli ordinativi, nei primi sei mesi di quest'anno risultano acquisiti nuovi ordini per 3,50 miliardi di euro rispetto a 13,13 miliardi nel primo semestre del 2014. Il valore del portafoglio ordini al 30 giugno scorso era di 19,02 miliardi di euro rispetto a 22,15 miliardi al 31 dicembre 2014.
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