- L'accordo unanime sulla riduzione di emissioni inquinanti raggiunto sabato dalle195 nazioni che hanno partecipato alla conferenza sul clima di Parigi è stato accolto con favore dall'International Chamber of Shipping (ICS), la principale associazione mondiale del settore armatoriale e dei trasporti marittimi. L'ICS ha spiegato che, nonostante l'assenza di un riferimento esplicito allo shipping, il messaggio lanciato da governi del mondo è chiaro: «sono sicuro - ha spiegato il segretario generale dell'associazione armatoriale, Peter Hinchliffe - che ora gli Stati membri dell'International Maritime Organization (IMO) procederanno con nuovo slancio ad aiutare il settore a conseguire una sempre maggiore riduzione delle emissioni di CO2 mentre il mondo si muove verso la decarbonizzazione totale entro la fine del secolo».
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- L'associazione armatoriale ha precisato che da parte sua, nell'immediato, si impegnerà ad affrontare a fondo il tema in sede IMO, presso cui importanti specifici meeting dovrebbero essere avviati dal prossimo aprile con l'obiettivo di concordare una riduzione delle emissioni di CO2 per il trasporto marittimo. L'ICS, che più volte si è pronunciata a favore di iniziative globali in materia di riduzione delle emissioni inquinanti prodotte dalle navi e ha manifestato forte contrarietà rispetto a misure adottate unilateralmente da alcune nazioni, ha confermato che solleciterà l'IMO a mettere a punto un sistema globale di raccolta dei dati delle emissioni di CO2 prodotte dalle navi, sistema che l'ICS auspica che venga reso obbligatorio nel più breve tempo possibile e prima che l'IMO assuma decisioni sulla necessità di introdurre ulteriori azioni, come - ha specificato l'associazione - lo sviluppo di misure basate sul mercato.
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- Secondo l'ICS, «consistenti riduzioni delle emissioni di CO2 prodotte dal trasporto marittimo potranno essere assicurate solo se un'ulteriore regolamentazione continuerà ad essere definita sotto la guida dell'IMO».
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- Inoltre, osservando che «è incoraggiante che, a seguito dell'accordo di Parigi, nazioni in via di sviluppo come la Cina e l'India abbiano ora accettato la responsabilità di ridurre le loro emissioni di pari passo con le economie sviluppate», l'associazione armatoriale ha rilevato che «tuttavia l'accordo di Parigi conserva ancora il principio di “differenziazione”, in base al quale differenti parti sono in grado di offrire diversi livelli di impegno nel ridurre le emissioni di CO2».
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- «Il CO2 - ha ribadito Hinchliffe - è un problema globale e lo shipping è un'industria globale. L'IMO è l'unico forum che può tener conto del principio di “differenziazione” delle Nazioni Unite e nel contempo richiedere che tutte le navi adottino le stesse misure di riduzione di CO2, indipendentemente dal loro Stato di bandiera. Una regolamentazione unilaterale o regionale - ha sottolineato Hinchliffe - sarebbe disastrosa per lo shipping e sarebbe disastrosa ai fini di una riduzione globale di CO2 dato che l'IMO sta già aiutando lo shipping a conseguire sostanziali riduzioni di CO2 a livello globale».
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- Ricordando che all'inizio delle trattative l'ICS sperava che nell'accordo di Parigi venisse introdotto un riconoscimento dell'importanza dell'International Maritime Organization nel continuare a sviluppare ulteriori misure di riduzione delle emissioni CO2 applicabili a tutte le navi che operano servizi internazionali, Hinchliffe ha evidenziato che non tutto è perduto e che è ancora possibile concordare un compromesso per lo shipping: «nessun testo - ha spiegato il segretario generale dell'ICS - è probabilmente preferibile ad alcune parole di buona volontà proferite alla fine della conferenza, che poche persone hanno compreso e che effettivamente avrebbero potuto complicare notevolmente il compimento di ulteriori progressi presso l'IMO. Gli Stati membri dell'IMO - ha sottolineato Hinchliffe - sono le stesse nazioni che erano presenti a Parigi, ma con funzionari che hanno un profondo livello di conoscenze in campo marittimo. L'intenso lavoro presso l'IMO - ha concluso - proseguirà con il pieno sostegno dell'intera industria del trasporto marittimo».
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