- L'associazione degli armatori europei ha esortato la Commissione Europea a prendere atto che le procedure di smantellamento delle navi realizzate nei cantieri di demolizione navale dell'India hanno compiuto evidenti passi avanti in termini di salute, sicurezza e tutela dell'ambiente e l'ha invitata a riconoscere questo sviluppo positivo ai sensi del regolamento UE sul riciclaggio delle navi.
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- La sollecitazione giunge a seguito di una visita che una delegazione dell'European Shipowners' Community Associations (ECSA), assieme a rappresentanti degli Stati membri dell'UE, della direzione generale Ambiente della Commissione Europea e dell'associazione armatoriale internazionale International Chamber of Shipping (ICS), ha svolto la scorsa settimana ad Alang, in India, e che è stata organizzata in collaborazione con il governo indiano, con il Gujarat Maritime Board e con l'associazione indiana Ship Recycling Industry Association (SRIA).
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- Lo scopo principale della visita è stato quello di valutare in che misura le operazioni di smantellamento delle navi che avvengono in zone intertidali possano essere sostenibili e quindi essere potenzialmente compatibili con le disposizioni del regolamento UE n. 1257 del 2013 sul riciclaggio delle navi che è stato adottato in previsione dell'entrata in vigore della convenzione IMO 2009 per il riciclaggio sicuro ed ecologicamente corretto delle navi, nota anche come “convenzione di Hong Kong”.
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- L'ECSA ha ricordato che il regolamento dell'Unione Europea riprende le disposizioni della convenzione di Hong Kong e stabilisce un elenco di impianti di riciclaggio approvato dall'UE in cui le navi battenti bandiere dell'UE dovranno essere demolite. Tutti i cantieri di demolizione navale del mondo possono richiedere di essere inclusi in questa lista e - ha specificato l'associazione armatoriale europea - il regolamento UE non esclude a priori che i cantieri, come quelli indiani, che operano in zone intertidali possano ottenere il riconoscimento dell'UE.
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- L'ECSA ha tuttavia evidenziato che lo scorso 12 aprile la Commissione Europea ha pubblicato, sotto forma di “domande frequenti”, una serie orientamenti interpretativi di ampia portata che - secondo l'associazione armatoriale - in pratica renderà estremamente difficile che questi cantieri possano essere riconosciuti ai sensi del regolamento UE.
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- Il segretario generale dell'ECSA, Patrick Verhoeven, ha sottolineato che nel corso della visita la delegazione ha potuto «visitare uno svariato numero di cantieri in maniera trasparente e ha potuto constatare i progressi compiuti in termini di salute, sicurezza e tutela ambientale. È ovvio - ha precisato - che l'attuazione delle norme varia considerevolmente, ma un numero crescente di cantieri hanno chiaramente intrapreso il percorso responsabile verso il pieno rispetto della convenzione di Hong Kong, sia nella forma che nel contenuto. Noi - ha aggiunto Verhoeven - vogliamo assicurarci che gli altri cantieri stiano seguendo questi primi modernizzatori in modo che l'asticella possa essere alzata per tutti. Dato che la convenzione di Hong Kong non è ancora entrata in vigore - ha reso noto Verhoeven - abbiamo incoraggiato questi cantieri a richiedere il riconoscimento ai sensi del regolamento UE sul riciclaggio delle navi. A nostra volta esortiamo la Commissione a valutare queste istanze nel vero spirito del regolamento e della convenzione».
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- «L'elenco dell'UE - ha osservato il direttore Safety & Environment dell'ECSA, Benoît Loicq - può davvero giocare un ruolo strategico nel motivare i cantieri di demolizione di tutto il mondo ad essere in regola con le disposizioni di Hong Kong, in vista dell'entrata in vigore della convenzione. La visita della settimana scorsa ha fornito chiaramente nuove informazioni che dimostrano che la maggior parte dei più avanzati cantieri di Alang sta continuamente migliorando in termini di salute, benessere sociale e condizioni di sicurezza per i lavoratori e in termini di attività rispettose dell'ambiente».
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- Martedì Verhoeven ha illustrato la posizione dell'ECSA relativamente al regolamento UE sul riciclaggio delle navi nel corso di un'audizione a Bruxelles organizzata dalla Consultative Commission on Industrial Change (CCMI) del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE).
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