- L'International Transport Workers' Federation (ITF) accusa gli Stati Uniti di violare i diritti umani impedendo di scendere a terra ai marittimi imbarcati sulle navi della Hanjin Shipping, la compagnia sudcoreana che nei giorni scorsi ha presentato istanza per essere posta in amministrazione controllata.
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- L'organizzazione sindacale ha specificato che tale situazione è venuta alla luce nel corso di una visita dell'ispettore dell'ITF Jeff Engels a bordo della nave Hanjin Marine, noleggiata dalla Hanjin Shipping, per verificare le condizioni in cui si trovava l'equipaggio. La nave ha atteso tre settimane prima di poter approdare ad una banchina del porto di Seattle. Il rappresentante dell'ITF ha verificato che, anche se l'equipaggio veniva pagato e c'erano due mesi di cibo a bordo, la statunitense Customs and Border Patrol (CBP) impediva ai marittimi di scendere a terra.
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- «Ho telefonato più volte - ha spiegato Engels - ed anche altri lo hanno fatto, ma loro insistevano sul fatto che l'equipaggio avrebbe potuto cercare di abbandonare la nave a causa della situazione della Hanjin. Ho ribattuto - ha precisato Engels - che lo sbarco a terra era un loro diritto e che i marittimi non dovrebbero subire le conseguenze della situazione della Hanjin, che non ha nulla a che fare con il loro semplice desiderio di andare in giro, svagarsi e visitare il locale centro per i marittimi. Tuttavia non si sono smossi di un millimetro».
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- L'ITF ha ringraziato i membri della sezione 19 dell'International Longshore and Warehouse Union (ILWU) per le iniziative di solidarietà nei confronti dei marittimi.
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- «Sappiamo - ha sottolineato il presidente dell'ITF, Paddy Crumlin - che le ultime tre navi della Hanjin che hanno fatto scalo nella California meridionale hanno avuto problemi simili per lo sbarco a terra. Ciò - ha sottolineato - è moralmente e legalmente inaccettabile. Questi sono i marittimi professionisti che lavorano in modo professionale, che svolgono tutti i loro compiti in modo responsabile e che sperano che la situazione con la Hanjin si risolverà senza la perdita di posti di lavoro. Negare loro l'uscita dal loro ambiente di lavoro significa ledere i diritti umani. Bisogna che la CBP riesamini e risolva questo problema ora».
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- «Sinora - ha aggiunto il responsabile della sezione marittimi dell'ITF, Dave Heindel - il benessere degli equipaggi delle navi Hanjin ha ricevuto l'attenzione che merita. In particolare, il governo coreano, la nostra affiliata FKSU (Federation of Korean Seafarers' Unions) e la Korean Shipowners' Association hanno agito in modo rapido e di concerto per prendersi cura degli equipaggi. In pochi giorni hanno formato una task force congiunta la cui prima priorità era quella di garantire che le provviste e l'acqua fossero disponibili a bordo di tutte le navi e abbiamo avuto notizia che è anche stata stipulata una copertura assicurativa che copre tre mesi di stipendi per tutto l'equipaggio e tre anni di diritti pensionistici»
- Sottolineando che l'ITF continua a monitorare la situazione relativamente alle navi bloccate in molte nazioni, Heindel ha specificato che gli ispettori del sindacato «sono stati in grado di riferire che fortunatamente gli equipaggi finora vengono pagati, nella speranza di mantenere il posto di lavoro, e sono in buone condizioni. L'unica eccezione - ha rilevato - è negli Stati Uniti, dove agli equipaggi non viene riconosciuto il loro diritto di sbarco anche se sono in possesso di un visto valido. Ciò rappresenta - ha concluso Heindel - uno stress aggiuntivo in un periodo stressante e ciò francamente è insostenibile».
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