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Provinciali (AdSP Tirreno Settentrionale) rassicura: in tema di lavoro portuale il modello Livorno funziona e va salvaguardato
Sottolineata la necessità di «un'applicazione uniforme della legge a livello nazionale, evitando il proliferare di ricette locali “su misura”»
24 luglio 2017
Il segretario generale dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Massimo Provinciali, ha rassicurato il segretario nazionale di Uiltrasporti, Mauro Odone, che la scorsa settimana aveva manifestato stupore e profonda preoccupazione circa l'ipotesi di consentire alle aziende autorizzate ad eseguire operazioni e servizi portuali secondo quanto previsto dall'articolo 16 della legge 84 del 1994 di fornire lavoro temporaneo a chiamata ( del 19 luglio 2017).
«Mi dispiace - ha spiegato Provinciali - che una mia battuta su un ipotetico modello organizzativo del lavoro nei porti abbia destato in qualcuno un preoccupato allarme. Mi dispiace soprattutto il fatto evidente - ha precisato - che nessuno dei preoccupati commentatori ha letto la mia intervista su “PortNews”, la rivista edita dall'AdSP del mar Tirreno Settentrionale, della quale quell'ipotesi rappresenta un fugace passaggio di poche righe su quattro pagine».
Il commento di inforMARE
Sulla liceità dell'operazione attuata dall'Autorità Portuale di Livorno per il risanamento dell'ALP, l'Agenzia per il Lavoro in Porto che fornisce in esclusiva il lavoro portuale temporaneo nello scalo portuale labronico, si potrebbe aprire un dibattito.
In questo contesto Provinciali esprimerebbe sicuramente una certezza granitica sulla bontà delle scelte operate dall'ente che - ha evidenziato oggi - hanno consentito «di ricostruire a Livorno quel modello legale che in molti porti è finito in un cassetto».
Una certezza - occorre osservare - non così rocciosa considerando che - come da sua ammissione - si è trattato di un processo attuato «azzardando l'ingresso dell'ente nella compagine sociale dell'art.17».
Bruno Bellio
Provinciali ha sottolineato che le proprie riflessioni si fondano piuttosto su due caposaldi: «il modello di cui alla legge n.84 del 1994 - ha specificato il segretario generale dell'ente toscano - funziona perfettamente se correttamente applicato, come abbiamo dimostrato a Livorno con il processo che portato al risanamento del nostro art.17 (la società autorizzata alla fornitura del lavoro portuale temporaneo, ndr). Provinciali ha ricordato che «l'ex Autorità Portuale di Livorno ha dedicato due anni di tempo e tre milioni di euro ad un processo che, azzardando l'ingresso dell'ente nella compagine sociale dell'art.17, ha consentito, con il contributo di lavoratori, imprese e organizzazioni sindacali, di ricostruire a Livorno quel modello legale che in molti porti è finito in un cassetto e che, lo ripeto qui per chiarezza, a mio parere è un modello che funziona e che va salvaguardato».
Il secondo convincimento di Provinciali è che sia «fondamentale l'applicazione uniforme della legge a livello nazionale, evitando il proliferare di ricette locali “su misura”, anche perché è là dove ci si è voluto discostare dal modello legale che sono nati i problemi più grandi».
«Quando poi l'ottimo Marco Casale, curatore della rivista che non si ferma a raccogliere dati, ma provoca intelligentemente delle riflessioni, mi ha stuzzicato ricordandomi il pensiero dell'amico professor Zunarelli su una possibile eliminazione dell'art.17 e la possibilità per i terminalisti di rivolgersi al normale mercato delle agenzie interinali - ha chiarito ancora Provinciali - ho risposto che qualora l'obiettivo della riforma dovesse essere il superamento del monopolio, si potrebbe pensare, “....solo come ipotesi di studio...” di consentire agli appaltatori di essere anche fornitori di lavoro temporaneo. Tutto qua - ha concluso Provinciali - non mi pare di aver peccato di lesa maestà».
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