- I terminalisti, i caricatori e gli altri operatori della logistica hanno un'insufficiente conoscenza del Code of Practice for Packing of Cargo Transport Units (CTU Code), il Codice per la gestione e lo stivaggio dei container che è stato introdotto nel 1997 e che nel 2014 ha visto l'entrata in vigore della versione aggiornata da parte dell'International Maritime Organization (IMO), dell'International Labour Organization (ILO) e della United Nations Economic Commission for Europe (UNECE).
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- La necessità di una più diffusa conoscenza dell'esistenza del Codice e di una maggiore cooperazione di tutte le parti coinvolte nella supply chain nel mettere in pratica le linee guida del Codice è stata sottolineata oggi dai rappresentanti del Global Shippers' Forum (GSF), dell'International Cargo Handling Coordination Association (ICHCA), del TT Club e della World Shipping Council (WSC) in occasione di una sessione della sessantacinquesima conferenza dell'associazione logistica ICHCA che è in svolgimento a Las Palmas, in Spagna.
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- «Recentemente - ha spiegato Peregrine Storrs-Fox del TT Club - abbiamo realizzato un sondaggio tra circa 6.000 professionisti del settore per verificare la loro conoscenza del Codice. A completare il questionario è stato solo un esiguo 5% e ciò di per sé indica una mancanza di conoscenza. Tra coloro che hanno espresso un parere, solamente il 56% ritiene che il Codice sia sufficiente per affrontare problemi di sicurezza. Data la natura onnicomprensiva del Codice, ciò suggerisce la necessità di una maggiore chiarezza e spiegazione delle sue importanti raccomandazioni in materia di sicurezza. Al fine di migliorare la conoscenza del Codice, e soprattutto la sua adozione - ha sottolineato Storrs-Fox - è essenziale la cooperazione di tutte le parti interessate di tutta la catena logistica globale».
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- Richard Brough, in rappresentanza di ICHCA International, ha rilevato che «in molte località i terminal operator e i caricatori svolgono un ruolo relativamente minore nello stivaggio dei contenitori e di altre unità di carico. Tuttavia hanno un ruolo importante nell'identificazione di unità caricate inappropriatamente, eccessivamente, deformate o comunque stivate in maniera pericolosa e nell'adozione di misure adeguate per affrontare eventuali problemi di sicurezza».
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- Lars Kjaer del World Shipping Council, riferendosi sempre al Codice CTU, si è soffermato sul problema della contaminazione dei container e dei loro carichi e sulla Convenzione Internazionale per la Protezione delle Piante introdotta nel 1951 e successivamente aggiornata: «l'International Plant Protection Convention (IPPC) - ha ricordato - conferma che il riempimento di container marittimi con i carichi costituisce il momento della catena logica in cui è più probabile il verificarsi di una contaminazione con parassiti.. L'utilizzo del Codice, sostenuto da linee guida mirate - ha rilevato Kjaer - contribuirà a limitare questo problema, poiché tutti coloro che sono coinvolti nella catena logistica internazionale dei container hanno il dovere di garantire che le unità di carico e le merci contenute non siano infestati da terriccio, piante, vegetali, insetti o altri animali».
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- Chris Welsh del Global Shippers Forum ha evidenziato l'importanza di un incontro, come quello odierno a Las Palmas, che ha messo a confronto coloro che operano i terminal di movimentazione delle merci con gli spedizionieri e i caricatori: si tratta - ha osservato - «di un momento essenziale per presentare i nostri importanti messaggi in tema di sicurezza a tutti gli componenti della supply chain e in particolare a quelli responsabili dello stivaggio e della sicurezza delle merci contenute nelle unità di carico. Noi continuiamo a sollecitare la cooperazione di tutte queste parti interessate al fine di elevare il livello di sicurezza del settore in questo aspetto cruciale».
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