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L'assemblea di Assoporti delibera una modifica dello statuto che introduce una nuova struttura associativa
Team direttivo composto dal presidente, da quattro vice presidenti rappresentativi delle macro-aree geografiche del Paese e da un segretario generale con funzioni amministrative
22 luglio 2019
Oggi l'assemblea dei presidenti delle Autorità di Sistema Portuale italiane ha deliberato una proposta di modifica dello statuto dell'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti) con lo scopo di rendere più efficiente l'attività al fine di affrontare i numerosi cambiamenti in atto e per assicurare che siano rappresentate tutte le realtà portuali italiane. In sintesi, la nuova struttura di Assoporti dovrà essere composta dal presidente che avrà al suo fianco quattro vice presidenti rappresentativi delle macro-aree geografiche del Paese, e un segretario generale per seguire l'attività amministrativa dell'associazione.
Inoltre è prevista un'attività capillare per l'associazione che, oltre ad occuparsi di quanto le viene attribuito per legge, dovrà fornire un servizio di supporto importante per il cluster marittimo-portuale.
Assoporti ha sottolineato che il nuovo statuto riflette le indicazioni espresse da tutte le AdSP ed è il risultato di un'ampia condivisione degli obiettivi dell'associazione. «Questo passaggio statutario - ha evidenziato il presidente di Assoporti, Daniele Rossi - rappresenta un momento importante per la ricostruzione dell'unitarietà del sistema portuale italiano, ed è testimonianza della volontà delle AdSP di affrontare le criticità attuali in modo coeso e con spirito propositivo».
Una critica alla svolta decisa dai presidenti delle AdSP che fanno parte dell'associazione è giunta, dall'esterno, da Pasqualino Monti, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale, l'ente che gestisce i porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle che è uscito da Assoporti da oltre un anno. Secondo Monti, «l'aver inserito la riforma portuale all'interno della riforma della pubblica amministrazione, non solo ha dimostrato e sta dimostrando tutta la sua inefficacia, ma ha anche messo a nudo drammaticamente l'inutilità di un soggetto associativo, quale è Assoporti, che in passato rappresentava un valido interlocutore per le istituzioni e per il mondo dello shipping, ed oggi costituisce un soggetto fantasma in un settore che avrebbe bisogno di ben altri strumenti e ben altri ruoli per rilanciarsi». «Ho più volte evidenziato - ha aggiunto Monti - come il presidente di un porto sia un manager chiamato a gestire una delle più importanti industrie del Paese, ed abbia bisogno degli strumenti necessari ad affrontare un mercato che ha tempi incompatibili con quelli della pubblica amministrazione e della burocrazia che ne deriva. La necessità oggi è quella più che mai di rafforzare la direzione generale dei porti al Mit, liberare i presidenti da quel “cappio” costituito da inutili norme che ne frenano l'azione, rallentando lo sviluppo economico e finanziario delle aree portuali e rafforzare il ruolo dell'autorità marittima nella gestione della sicurezza nell'ambito della navigazione evitando inutili sovrapposizioni di competenza che spesso finiscono per indebolire entrambe le parti o per colpire la più debole».
In occasione della riunione odierna l'assemblea di Assoporti ha anche preso atto della fine del mandato del segretario generale Francesco P. Mariani, al quale tutti i presidenti hanno espresso profonda gratitudine per il lavoro svolto con passione e dedizione in questi anni a favore del sistema portuale italiano.
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