Più di 80 imbarcazioni fra rimorchiatori, chiatte, barche da ormeggio e da lavoro, tutte a sirene spiegate, hanno attraversato Venezia quale prologo della manifestazione”E se rovesciamo Venezia?” realizzata su iniziativa dell'Associazione Agenti Raccomandatari e Mediatori Marittimi del Veneto e della Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi (Federagenti) e culminata con la firma del manifesto “ Il porto è vita. Venezia è viva” per il rilancio della città-porto che è stato sottoscritto, primo fra tutti, dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.-
- «Venezia - si legge tra l'altro nel documento - è patrimonio del mondo, ma specialmente di chi ci vive e lavora, ed è stata da sempre un porto. Il suo sviluppo non può più essere condizionato dalla lentezza delle decisioni che dovrebbero arrivare dall'alto, dal falso “ambientalismo” o da una comunicazione non corretta: il mancato dragaggio manutentivo di tutti i canali, portuali e della città, rischia ad esempio di bloccare le attività portuali ed industriali, mettendo a rischio il futuro di 21.000 lavoratori, che producono un fatturato annuo di 6,6 miliardi di euro».
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- «Dopo l'alluvione del novembre scorso - ha ricordato il sindaco Brugnaro - abbiamo chiesto al governo, oltre che il completamento e la messa in opera del Mose, il rifinanziamento della Legge speciale per Venezia. Servono 150 milioni di euro ogni anno, per un decennio, secondo i nostri calcoli, per compiere opere improcrastinabili, e attese da tanto tempo. A cominciare proprio dall'escavo dei canali, che si stanno interrando, utilizzati dal porto e dalle navi da crociera, riportandoli al limite di profondità fissato, ovvero di almeno 12 metri. E parte di questi finanziamenti - ha precisato Brugnaro - devono poi essere utilizzati per l'escavo a secco dei rii nel Centro storico, che consentirebbe di realizzare, contemporaneamente, una rete fognaria e pure una rete idrica antincendio, ovvero due opere ormai imprescindibili. È insomma davvero finito il tempo delle attese: ora bisogna agire e prendere i giusti provvedimenti, al di là delle bandiere politiche, per dare un futuro a questa città e a chi ci vive».
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- Nel corso della manifestazione è stato evidenziato che oggi il porto di Venezia occupa, fra diretto e indotto, oltre 92.000 persone (21.000 dirette in porto), genera un fatturato di 21 miliardi e specialmente è il porto strategico di uno dei più importanti poli produttivi e industriali d'Europa, quello veneto e in parte lombardo, che assegna a Venezia un ruolo strategico determinante.
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- In occasione dell'evento di oggi sono state anche elencate le principali “fake news” costruite in questi anni, anche a livello internazionale, su Venezia in tema di inquinamento, interramento della laguna, fumi, colpa delle navi nel danneggiamento delle fondamenta di Venezia. Ecco le principali, con la pertinente smentita dei promotori dell'iniziativa odierna:
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- IL CANALE PETROLI È LA CAUSA DELL'ACQUA ALTA ECCEZIONALE
Questa fake news è frutto di un movimento di opinione alimentato anche da personaggi illustri come Indro Montanelli, non ha alcun fondamento scientifico. Gli unici studi scientifici sulle maree in Laguna sono, quello condotto nel 1973 dall'Università di Padova e quindi da Johannis Dronker, forse il più autorevole studioso mondiale in materia, il canale Malamocco-Marghera ha influenza pressoché nulla sul fenomeno dell'acqua alta, connesso sempre a una forte componente metereologica. - IL CANALE PETROLI E LE NAVI DISTRUGGONO LA LAGUNA
Alcuni dati: dal 2002 al 2013 il volume eroso a ridosso del canale Malamocco-Marghera è stato di un milione di metri cubi. I volumi dragati dall'Autorità portuale nello stesso periodo sono ammontati a 4 milioni di metri cubi. La vera causa del degrado morfologico della laguna, contrastabile con le azioni che per secoli Venezia ha posto in atto, è dovuto al moto ondoso indotto dal vento; le navi sono una componente secondaria. - IL CANALE VITTORIO EMANUELE II ERA UN CANALETTO
Falso: costruito per collegare la bocca di porto del Lido aveva originariamente una profondità di 10,5 metri. Dopo l'entrata in servizio del canale Malamocco-Marghera ha mantenuto le caratteristiche di bypass di sicurezza; ma la mancata manutenzione ha provocato il suo interramento, fenomeno presente in tutta l'area e testimoniato visibilmente dagli archi del Ponte della Libertà ormai del tutto otturati. Il Canale ha avuto “impatti con conseguenze morfologiche non rilevanti” nel comportamento idraulico della Laguna (Luigi D'Alpaos 2019). - INQUINAMENTO DELL'ARIA. COLPA DELLE NAVI
Tutti i dati sulla qualità dell'aria dicono il contrario: in estate le attività portuali incidono per l'8% sulla qualità dell'aria. In inverno per il 2%. Dati questi che non tengono ancora conto dell'accordo Venice Blue Flag 2018, che attraverso l'obbligo di utilizzo di combustibili a basso tenore di zolfo, ha ridotto il particolato del 46% e lo zolfo del 91%. La prova? In pieno periodo crocieristico, da maggio a settembre, sono stati registrati solo 4 sforamenti di PM10 mentre nei primi 4 mesi dell'anno, periodo in cui le navi non toccano Venezia, gli sforamenti sono stati 40. A detta degli ambientalisti tedeschi (NABU) un vaporetto inquina quanto una nave da crociera. Tutte le navi da crociera sviluppano mediamente 6000 ore di emissione in un anno. Il solo trasporto pubblico, quindi i vaporetti, 560.000 ore e mancano taxi, lancioni e barche da lavoro. - LE GRANDI NAVI CAUSANO IL MOTO ONDOSO IN BACINO
Dallo studio di Luigi D'Alpaos, ai limiti di velocità consentiti l'altezza d'onda massima sarebbe di 40 cm; in realtà alle velocità seguita è meno di una decina di centimetri. - I CROCIERISTI SONO GLI INVASORI DI VENEZIA
A Venezia i crocieristi rappresentano solo il 5% dei flussi turistici e la quota è in diminuzione. Dei 30 milioni di turisti che invadono la città meno di un milione e mezzo sono crocieristi e solo 400.000 di questi (pari all'1,33%) visitano la città. Ogni giorno a fronte di un'invasione di 82.000 turisti, 3921, pari al 5% proviene dalle navi.
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