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Nel quarto trimestre del 2019 il traffico delle merci nel porto di Civitavecchia è diminuito del -9,7%
Nell'intero anno è stata registrata una flessione del -14,8%
24 febbraio 2020
Nell'ultimo trimestre dello scorso anno il traffico delle merci nel porto di Civitavecchia è ammontato a 2,4 milioni di tonnellate, con una flessione del -9,7% sul periodo ottobre-dicembre del 2018, di cui 1,6 milioni di tonnellate allo sbarco (-10,2%) e 799mila tonnellate all'imbarco (-8,7%). La riduzione della movimentazione complessiva delle merci è stata determinata dalla contrazione del -33,4% del traffico delle rinfuse solide che è sceso a 694mila tonnellate e sconta la contrazione dei carichi di carbone destinati alla centrale dell'Enel, solo parzialmente compensata dall'incremento del +69,3% delle rinfuse liquide, attestatesi a 167mila tonnellate, e dal lieve rialzo del +1,4% delle merci varie che sono state pari ad oltre 1,5 milioni di tonnellate, di cui 1,2 milioni di tonnellate di rotabili (+1,7%) e 285mila tonnellate di merci containerizzate (-0,4%).
Nell'intero 2019 lo scalo portuale ha movimentato un totale di 9,6 milioni di tonnellate di merci, con una riduzione del -14,8% sull'anno precedente, di cui 6,2 milioni di tonnellate allo sbarco (-20,8%) e 3,4 milioni di tonnellate all'imbarco (-1,1%). Il volume di traffico complessivo delle rinfuse solide si è quasi dimezzato scendendo a 2,4 milioni di tonnellate (-46,8%), di cui 1,9 milioni di tonnellate di carbone (-48,8%), 221mila tonnellate di prodotti metallurgici, minerali di ferro, minerali e metalli (-21,8%), 28mila tonnellate di minerali grezzi, cementi e calci (-28,4%), 8mila tonnellate di fertilizzanti (+115,8%), 2mila tonnellate di prodotti chimici (-92,1%) e 199mila tonnellate di altre rinfuse secche (-45,8%). Nel settore delle rinfuse liquide il totale è stato di 639mila tonnellate (+26,2%) per la quasi totalità costituite da prodotti petroliferi raffinati. Nel comparto delle merci varie sono state movimentate 6,6 milioni di tonnellate (+4,5%), incluse 5,6 milioni di tonnellate di carichi ro-ro (+4,8%), 1,0 milioni di tonnellate di merci containerizzate (+3,0%) totalizzate con una movimentazione di contenitori pari a 112.249 teu (+3,5%) e 5mila tonnellate di altre merci varie (-7,2%). Lo scorso anno il traffico dei passeggeri dei traghetti è stato di 1,8 milioni di persone (0%) e quello dei crocieristi di più di 2,6 milioni di persone (+8,6%).
Nell'anno 2019 globalmente nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, che sono amministrati dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, il traffico delle merci è stato di 14,6 milioni di tonnellate (-11,1%).
Intanto venerdì il presidente dell'AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo, ha avuto un incontro con lo scopo di identificare azioni concrete per superare la crisi economica ed occupazionale già in atto derivante dalla progressiva e significativa riduzione dell'importazione di carbone per la centrale dell'Enel. Durante l'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico sulla phase out dal carbone - ha reso noto di Majo - «ho rappresentato l'esigenza che la riconversione a gas della centrale dell'Enel venga accompagnata da interventi ed azioni concrete tra le quali ho evidenziato innanzitutto la necessità, per Civitavecchia, di usufruire del “Fondo nazionale per la riconversione occupazionale nei territori in cui sono ubicate centrali a carbone”, di cui si attende il decreto attuativo, e dell'istituendo Fondo europeo “Just transition fund”, volto anche a favorire nuove opportunità economiche nelle aree in cui è prevista la transizione delle centrali a carbone verso forme di generazione energetica meno impattanti, al fine così di alleviare gli impatti socio-economici derivanti da tale transizione a gas».
«Ringrazio il MISE ed in particolare il sottosegretario Alessandra Todde - ha proseguito di Majo - per l'organizzazione di questo incontro che ha dato modo a tutte le istituzioni, sigle sindacali ed associazioni di rappresentare, da diversi angoli visuali, non solo le problematiche derivanti dalla riconversione a gas della centrale dell'Enel ma anche alcune soluzioni concrete per superarle. Mi è parso di registrare una comunanza di intenti sul fatto che il processo - ineludibile - di decarbonizzazione, già in atto, debba essere accompagnato da un piano territoriale ambizioso di rilancio dell'economia locale, in particolare nel settore dell'energie rinnovabili, che possa essere davvero alternativo alla centrale dell'Enel e quindi portare occupazione al territorio di Civitavecchia, oggi in grande sofferenza. Da parte nostra, abbiamo ribadito, come anticipato nella nota trasmessa al MISE nei giorni scorsi, il forte interesse a sviluppare nell'ambito portuale progetti industriali relativi al settore energetico, avendo peraltro il porto di Civitavecchia, nella parte nord, ovvero la parte più distante dal centro cittadino, ancora tante aree disponibili, come in particolare la Darsena Energetica Grandi Masse, rispetto alla quale sussistono i presupposti urbanistici ed ambientali (VIA) per procedere alla sua realizzazione. Ritengo che la realizzazione della DEGM possa essere peraltro in linea con il suggerimento del sottosegretario del MISE, Alessandra Todde, di focalizzare le azioni su interventi volti - come proposto a Brindisi - a favorire nuove attività produttive. A tale riguardo ho accolto con favore la proposta del MISE di istituire delle successive sessioni dedicate allo sviluppo di attività produttive nonché la connessa proposta del sindaco di Civitavecchia e di Unindustria, di istituire, per il territorio di Civitavecchia, dei contratti d'area o di programma, i quali, con il sostegno della Regione Lazio, potranno altresì rafforzare l'istituenda Zona Logistica Semplificata».
«A chiusura del tavolo - ha aggiunto il presidente dell'AdSP - ho altresì raccolto positivamente le indicazioni, giunte da alcune sigle sindacali, di proseguire sulla strada di fare del porto di Civitavecchia un vero porto green promuovendo, ad esempio, l'istituzione di un polo, che peraltro era stato già proposto in passato, di produzione di impianti o loro componenti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili (pale eoliche, batterie di accumulo, pannelli fotovoltaici, etc). Tale progetto, come ho proposto, potrà essere realizzato nelle aree a tergo della DEGM o in quelle retroportuali unitamente allo sviluppo dei combustibili alternativi, come il GNL, per l'alimentazione dell'autotrasporto e dei vettori marittimi. A tale obiettivo si unisce quello del potenziamento del collegamento infrastrutturale ferroviario di ultimo miglio nel porto, per il quale abbiamo già ottenuto un contributo a fondo perduto dall'Unione Europea, che favorirà l'uso della ferrovia come mezzo di trasporto di merci e passeggeri riducendo, di conseguenza, l'impatto emissivo derivante dai mezzi di trasporto».
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