- La pandemia di Covid-19, le cui conseguenze nel settore marittimo hanno colpito in maniera più pesante il segmento delle crociere, ha interrotto bruscamente la serie di ben 28 trimestri consecutivi di risultati positivi registrati dal gruppo americano Royal Caribbean Cruises (RCL) che nei primi tre mesi di quest'anno è incorso in una perdita netta di ben 1,44 miliardi di dollari rispetto ad un utile netto di 256,8 milioni di dollari nel primo trimestre del 2019. I ricavi sono diminuiti del -16,7% attestandosi a 2,03 miliardi di dollari, di cui 1,38 miliardi generati dalla vendita delle crociere (-19,5%) e 655,9 milioni dalle vendite a bordo delle navi (-10,1%), mentre i costi operativi sono cresciuti del +6,9% salendo a 1,51 miliardi di dollari. Il risultato operativo è stato di segno negativo e pari a 1,31 miliardi di dollari rispetto ad un utile operativo di 318,8 milioni di dollari nel primo trimestre dello scorso anno.
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- Nei primi tre mesi del 2020 le navi delle flotte che fanno capo a RCL hanno ospitato 1,24 milioni di passeggeri, con un calo del -19,1% determinato dalla decisione del gruppo statunitense di sospendere l'attività delle proprie compagnie crocieristiche Royal Caribbean International, Celebrity Cruises, Silversea e TUI Cruises con effetto dalla metà dello scorso marzo a causa dell'impossibilità di proseguire le operazioni per le limitazioni alla mobilità imposte a livello mondiale per contenere il virus, periodo di sospensione che è tuttora in corso.
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- Royal Caribbean Cruises ha stimato in 250-275 milioni di dollari circa la liquidità disponibile bruciata giornalmente nel corso del prolungato periodo di sospensione dell'attività. Il gruppo ha ricordato che per far fronte a questa situazione sono già state assunte azioni significative per accrescere la liquidità e per assicurarsi ulteriori finanziamenti a cui si sommano misure per contenere le spese.
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